La preparazione della pasta madre
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La preparazione della pasta madre
La preparazione del Lievito Madre: tecniche a confronto ed approfondimenti relativamente alla Fase di Rinfresco
La preparazione del
lievito madre è semplice e, al tempo stesso, lunga e delicata. E' semplice perché può bastare la miscelazione di acqua e farina e lasciare il composto all'aria
per dare adito alla fermentazione; mentre è lunga e
delicata perché occorre circa un mese per avere un lievito madre sufficientemente attivo (un lievito madre fresco presenta una concentrazione insufficiente di microrganismi per generare una sufficiente lievitazione).
Accelerazione del Processo di Fermentazione
Per accelerare questo processo di fementazione, possono però essere utilizzate sostanze che introducano sia i
microrganismi vivi, sia i prodotti del loro metabolismo. Generalmente si ricorre alla
frutta biologica lavata e ben pulita, oppure allo
yogurt; in questo secondo caso, però, oltre
a
batteri lattici appartenenti a specie differenti da quelle trovate nelle madri, si può rischiare che si sviluppino
batteri acetici ed altri
eterofermentanti non sempre graditi.
Descrizione del Metodo Tradizionale
Per chi volesse utilizzare semplicemente acqua e farina, l'ideale sarebbe
quello d'impiegare una
farina con un elevato
valore W, miscelato al 50% di acqua.
In questo caso si lascia l'
impasto in un recipiente coperto con una tela a 30 / 35°C per 48
ore, cioè fino a quando non abbia aumentato il suo volume ed acquistato una
certa acidità (fig. 1). Terminate le 48 ore, sarebbe opportuno avvolgere l'impasto in una tela assolutamente non candeggiata, legato (fig. 2)
e conservato per circa un mese a 20 / 25°C; durante tale periodo sarà sottoposto, quotidianamente, a quello che viene definito
rinfresco ed, all'occorrenza, a
lavaggi.
(fig.1 - Preparazione impasto di farina e acqua per successiva fermentazione)
(fig.2 - Chiusura della pasta madre in telo di cotone e legatura)
(fig.3 - Aumento di volume a seguito della fermentazione con presenza di una discreta alveolatura)
L'operazione di rinfresco quotidiano ha lo scopo di apportare nuovo nutrimento ai microrganismi, di eliminare parte dei metaboliti (sostanze derivanti dal loro metabolismo), di rinnovare la coltura dei microrganismi, di perpetrare le fermentazioni in atto, oltre a stimolare lo sviluppo e la crescita dei batteri lattici e dei lieviti già presenti.
In questa fase la "madre" si presenta molto gonfia (fig. 3), per lo sviluppo dei gas al suo interno, tra i quali principalmente l'
anidride carbonica che proviene sia dalla
fermentazione alcolica, sia dalla
fermentazione lattica.
Una volta eliminate le corde e la tela esterna, la "madre" viene privata della
crosta (“pelata”), in quanto nella stessa l'attività microbica è troppo bassa, ma soprattutto perché potrebbe apportare microrganismi indesiderati. Si utilizza solo la parte bianca/avorio posta al disotto della crosta; inoltre la parte interna deve mostrare nel centro (o a "cuore") della madre, l'inconfondibile e caratteristico aspetto spugnoso, di colore bianco avorio, con una alveolatura interna piccola di dimensioni variabili e dall'inconfondibile odore di acido non troppo forte e/o pungente (fig. 4).
Prima di procedere con il rinfresco vero e proprio, cioè
con l'aggiunta di acqua e farina per rivitalizzare la microflora presente,
è necessario tagliare a fette dello stesso spessore (circa un centimetro) il lievito di
pasta acida naturale (fig. 5); questa operazione permette non solo di facilitare l'
impastamento, ma di evidenziare ulteriormente le caratteristiche sensoriali
specifiche. A questo punto si può procedere con il rinfresco vero e proprio.
(fig.4 - Sezionamento di una piccola fetta di pasta madre per verificare la colorazione e le caratteristiche visive dell'alveolatura)
(fig.5 - Sezionamento completo della pasta madre per successivo lavaggio / bagnetto)
Descrizione della Fase di Rifresco
L'operazione di rinfresco consiste nell'aggiungere alla "madre" una pari
quantità in peso di farina forte più circa un 10% ed acqua a max. 24°C in
quantità pari al 50% del peso del lievito di pasta acida naturale. Di seguito viene riportato un esempio numerico per facilitare la comprensione:
- Lievito di pasta acida naturale 1000 g (quantitativo iniziale, pre-rinfresco)
- Farina 1100 g (quantitativo aggiunto incrementato del 10%)
- Acqua 500 g (quantitativo aggiunto ad una temperatura di max. 24°C)
A questo punto, in base alle necessità, si può procedere con:
- La conservazione della madre per 24 ore per poi l'indomani operare un altro
rinfresco di mantenimento con le stesse modalità descritte;
-
Avviare la prima fase di uno dei due o tre (in base alla forza della madre)
rinfreschi prima dell'incorporazione della "madre" nell'impasto, ad esempio per i
grandi lievitati
.
Pillole
Prima di procedere con il rinfresco vero e proprio, per esempio di una pasta madre legata, si consiglia di prestare molta
cautela nel momento in cui si dovessero allentare le corde, in quanto la pressione dei gas
presenti all'interno è abbastanza elevata e potrebbe causare esplosioni: occorre
operare senza fretta!
Se si decide di optare per il primo punto, cioè per la conservazione per l'
indomani, occorrerà dare all'impasto una forma allungata e procedere con l'avvolgimento
nel telo in cotone estremamente pulito (ma
non candeggiato) e con la chiusura con
le corde. E' importante non operare una legatura troppo stretta sia del telo
sia delle corde, ma lasciare le corde abbastanza allentate in quanto,
durante la conservazione, si assisterà ad aumento del volume che causerà naturalmente la
tensione delle stesse.
La scelta del secondo punto, cioè la decisione di
procedere con i rinfreschi prima di utilizzarla negli impasti per grandi
lievitati, è particolare ed i tempi e le temperature devono essere calcolati
scrupolosamente, anche se i tempi non sono mai molto rigorosi in quanto variano in
base ai fattori che influenzano le fermentazioni quindi alla conduzione delle
stesse. Le modalità operative di questi rinfreschi, risultano però molto
differenti dai rinfreschi di mantenimento visti in precedenza. In linea di
massima, il tempo che deve trascorrere tra un rinfresco ed il successivo è di
circa quattro ore, anche se il tempo può subire variazioni in base
alla "forza"; vuol dire che non necessariamente devono trascorrere 4 ore tra un
rinfresco ed il successivo ma, se il lievito è "pronto", si può procedere
benissimo al rinfresco successivo anche se sono passate soltanto 3 ore / 3 ore e
mezza.
Bibliografia
Pane e Pizza: due mondi un'unica passione - Simona Lauri (Federazione Italiana Pizzaioli nel Mondo, 2012)
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare alla
Dott.ssa Simona Lauri - Tecnologo Alimentare