Pubblicità ingannevole e scarsità economiche

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Oggetto: Pubblicità ingannevole e scarsità economiche

La cronaca ci offre, oggi, un nuovo caso, ricco di spunti interessanti.

Il prodotto in questione si chiama Equì, che così si presenta: « è particolarmente indicato a chi non vuole rinunciare a due bicchieri di vino a pasto ma al contempo non vuole perdere lucidità ed efficienza, fondamentali per azioni dove è richiesta la massima attenzione ...».

Si tratta di un integratore alimentare ottenuto da una lavorazione di amidi di cereali (mais) e composto in maggior percentuale di zuccheri (fruttosio, maltosio, glucosio), acidi (acido ascorbico e acido citrico) e estratti di piante e fiori.

E cosa viene contestato a questo simpatico prodotto?

«- non risulta dalla documentazione versata in atti, con la necessaria chiarezza e intelligibilità, l’attitudine del prodotto ad accelerare lo smaltimento dell’alcool ... Deve conseguentemente presumersi che la relativa attribuzione da parte del messaggio sia un vanto non corrispondente alle effettive qualità del prodotto, e da ciò discende la natura mendace dell’affermazione;

- i messaggi veicolano l’erroneo convincimento che il prodotto possieda determinate caratteristiche senza che siano al contempo specificate le prove scientifiche effettuate a dimostrazione dell’assunto vantato (es. analisi di laboratorio, studi e sperimentazioni);»

Ma il bello viene adesso. Ecco le argomentazioni difensive:

«Citosalus ha rappresentato che la mancanza di studi scientifici tesi a far avvalorare ufficialmente o scientificamente gli effetti verificati tramite l’assunzione di “Equì” è riconducibile alla carenza di risorse economiche sufficienti per avviare uno studio accreditato da parte di un ente autorevole.»

Per fortuna «viene prospettata una collaborazione scientifica in corso con l’Università di Milano nell’ambito di un progetto di monitoraggio dei trattamenti per l’alcolemia.»

E invece no:

«Nel corso dell’istruttoria, in realtà, è emerso che tale collaborazione è di fatto inesistente. Si trattava, infatti, di un mero progetto mai realizzato finalizzato allo studio delle c.d. bevande antisbornia.»

E non è finita!

«In considerazione delle condizioni economiche estremamente gravi in cui versa la società ...si ritiene congruo determinare la sanzione da comminare a Citosalus nella misura del minimo edittale (5.000 euro)»

Stupido io a pensare che le sanzioni devono essere dissuasive.

Sarà che a Natale siamo tutti più buoni...

(Se non ci credete, il testo integrale è nel Bollettino n° 47 AGCM del 10/12/2012)



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Parole chiave (versione beta)

prodotto, sanzioni, analisi, bevande, zucchero, piante, monitoraggio, cereali, e300, laboratorio, vino, glucosio, qualita, trattamento, mais, e330, ente, integratori alimentari, acido

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