Preparare Esame di Stato per Tecnologo Alimentare

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Oggetto: Preparare Esame di Stato per Tecnologo Alimentare

 

Ciao pieca11 e benvenuta! ^__^
 
L'unico testo che ho trovato, facendo ricerche on-line é "Esame di Stato per l'abilitazione alla professione di tecnologo alimentare" (2001 - Ed. Pitagora - Collana: Esami di Stato). Purtroppo, non avendo avuto modo di visionarlo, non sono in grado di esprimere un giudizio obiettivo. Il mio consiglio é comunque sempre di:
 
a. Concentrarsi su:
 
1) Legge 59/1994: Ordinamento della Professione di Tecnologo Alimentare
 
2) DPR 470/1997: Regolamento recante disciplina degli esami di Stato per líabilitazione allíesercizio della professione di tecnologo alimentare
 
3) DPR 283/1999: Regolamento recante norme di esecuzione della legge 18 gennaio 1994, n. 59, concernente líordinamento della professione di tecnologo alimentare
 
4) Codice Deontologico dell'Ordine dei Tecnologi Alimentari
 
5) Regolamento dei Tecnologi Alimentari
 
Questi cinque punti, talvolta completamente trascurati da alcuni candidati, rappresentano le fondamenta della nostra Professione e pertanto costituiscono una condicio sine qua non affinché sia possibile pensare di presentarsi all'Esame di Stato.
 
Il motivo di questa mia affermazione, che potrebbe far storcere il naso a più di una persona (probabilmente coloro che hanno una visione distorta, o per lo meno incompleta, della Professione), è dettato dalla natura stessa dell'Esame di Stato.
 
Non si tratta, infatti, dell'ennesimo esame volto a testare la preparazione del candidato su una specifica materia, né tantomeno del bieco tentativo di estorcere ulteriore denaro ai già dissanguati neo-laureati, a quest'aspetto ci pensano gli innumerevoli "micro-corsi-pacco" che copiosamente vengono propugnati, nella falsa illusione di agevolare il discente alla ricerca di un impiego.
 
L'Esame di Stato rappresenta il mezzo attraverso il quale un Ente, legalmente riconosciuto, dipendente direttamente dal Ministero di Grazia e Giustizia e denominato Ordine, valuta l'idoneità dei candidati ad esercitare una specifica Professione: nel nostro caso quella di Tecnologo Alimentare.
 
Il fine ultimo è uno soltanto: la tutela (da un punto di vista igienico-sanitario, oltre che qualitativo) del consumatore.
 
Aggiungerei che vi è una sostanziale differenza rispetto ad altre Professioni, che probabilmente rende il Tecnologo Alimentare unico: egli, nell'esercizio della propria professione, non si rivolge direttamente al consumatore finale, bensì all'OSA.
 
Proprio per questa ragione, il TA gioca un ruolo chiave nella tutela dei consumatori: la sorveglianza dell'idoneità e salubrità degli alimenti effettuata da una posizione interna all'Industria Agroalimentare stessa.
 
A poco servirebbero i controlli ufficiali se non vi fossero, internamente alle aziende, figure cardine come il Tecnologo Alimentare, in grado di guidare l'OSA tra le insidie che si celano nella preparazione e nella somministrazione di alimenti e bevande.
 
La storiella che, quasi come un disco rotto, viene ripetuta dai contrari agli Albi Professionali, in quest'ottica perde completamente di fondamento.
Quale reale beneficio, infatti, trarrebbero i consumatori se venisse a mancare una figura competente e "controllata" come il Tecnologo Alimentare?
 
Lungi da me il voler deviare il tema della discussione; pertanto chiudo questa parentesi nella speranza che le mie parole servano comunque come spunto di riflessione.
 
Tornando alla preparazione all'Esame di Stato, proseguirei con un altro punto non meno importante e cioè:
 
b. Ripassare le materie affrontate nel corso dei 5 anni di STA, basandosi su quanto previsto dall'art. 3 del DPR 470/1997 e cioé contestualizzandole (padroneggiare concetti come HACCP e tutto ciò che essa comporta, almeno un paio di processi tecnologici, le principali metodiche analitiche usate in ambito agroalimentare, etc.)
 
L'Esame di Stato non dovrebbe mai essere confuso con una passerella ove dare sfoggio di aride nozioni scoordinate e apprese mnemonicamente. Ciò non significa, comunque, che sia facoltativo il ripasso. Occorre, anzi, fare uno sforzo in più: riflettere e soprattutto correlare.
 
Faccio un esempio concreto, nella speranza di chiarire: se un candidato vanta la conoscenza di "tutti" i limiti di temperatura, aw, pH, etc. utili all'inibizione dello sviluppo di determinati patogeni.. Ottimo! Avrà sicuramente successo come saltimbanco in qualche quiz televisivo.
 
Ma se ignora le cause per cui tali parametri risultano selettivi, la loro reciproca interazione e soprattutto come essi varino a seconda di molteplici fattori come la natura del substrato, la popolazione microbica iniziale, etc. come può illudersi di essere pronto per esercitare la Professione?
 
A mio avviso, é basilare dimostrare capacità di ragionamento, mettendo in pratica quanto appreso nel corso del quinquennio universitario; trasmettendo ai membri della Commissione d'Esame l'idea dell'acquisita capacità di correlare e di rimuovere quelle pericolose barriere (compartimentazioni) tra le differenti discipline affrontate nel corso degli studi.
 
Spero di non averti spaventato e in bocca al lupo!
Giulio

 



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Parole chiave (versione beta)

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