Allergeni: Ricorso Dicitura "Potrebbe Contenere Tracce di.."

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Oggetto:

Buon pomeriggio a tutti,

vorrei togliermi un dubbio riguardo all'etichettatura essendoci correnti differenti. La dicitura "Potrebbe contenere tracce di ..." voi la utilizzate?

Io generalmente non la metto perchè si presuppone che quando si lavora un prodotto alimentare la contaminazione crociata non dovrebbe avvenire in un'azienda alimentare, diversa da bar, ristoranti et similia.

Per esempio se faccio delle zucchine sott'olio (in ricetta non è presente nessun tipo di frutta a guscio), ma nel laboratorio si lavorano anche noci, mandorle ecc, non faccio mettere in etichetta "potrebbe contenere tracce di ...". Per certo questa frase non ti tutela nel caso in cui una persona allergica alle noci mangia le zucchine sott'olio contaminate da noci (non presente tra gli ingredienti), può solo mettere ion guardia la persona che acquista, sconsigliando l'acquisto.

Quindi per farla breve voi cosa pensate a riguardo? E' giusto metterla o non metterla?

Auguro una buona serata a tutti


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Oggetto: Allergeni: Ricorso Dicitura "Potrebbe Contenere Tracce di.."
provaprovaprovaprovaprova

Oggetto:

Inizio con: ATTENZIONE A QUELLO CHE STAI FACENDO!

Primo: indicare gli allergeni ed eventualmente la loro possibile presenza è OBBLIGATORIO.

Secondo: la dicitura "Potrebbe contenere tracce di ..." è scorretta e non conforme alla normativa.

Terzo: non si possono omettere degli allergeni perché si "presuppone". Serve un'attenta analisi dei pericoli.

Saluti. 

MG


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Oggetto:

Si scusami, forse nella fretta non mi sono spiegato al massimo. Cerco questa volta di essere più discorsivo per chiarire il mio pensiero.

Partiamo dal presupposto che l'analisi dei pericoli deve essere sempre fatta ed è il primo step. Successivamente cerchiamo di ragionare sul prodotto. Lavoriamo in uno stabilimento che produce sott'oli (verdura e frutta) privi di allergeni se non sedano. Sporadicamente ha delle lavorazioni di pesto o peperoncini ripieni con pesce, oppure prodotti a base di latte, con essenza di senape ecc. La mia perplessità è che se in un'azienda vengono utilizzati tutti gli allergeni previsti dalla normativa, non posso mettere su un prodotto che non li contiene "può contenere tracce di ..." di seguito indico tutti gli allergeni di questa terra.

Il presupposto deve essere che un'azienda deve dapprima garantire la non contaminazione crociata. Se poi in etichetta leggo può contenere tracce di tutti gli allergeni del mondo, l'azienda mi dà l'idea che il piano di autocontrollo non lo rispetti al massimo. E' ovvio che il rischio zero non esiste, ma dal rischio zero a tutelarsi in questo modo ce ne passa. 

inoltre, ammettiamo il caso in cui un prodotto alimentare non contiene l'allergene tra l'elenco degli ingredienti, ma c'è scritto "può contenere tracce di tale allergene" e un allergico lo mangia stando male, non credo che l'azienda sia esente da colpe. Serve magari solo a scoraggiare l'acquisto.


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Oggetto:

Riporto da fonte web, perchè già sintetizzata:

Un appunto particolare va fatto alle indicazioni volontarie, non prescritta per legge, sulla possibile presenza di allergeni nell’alimento, mediante l’indicazione “può contenere…”: la frase inserita dall’OSA è di origine cautelativa e preventiva ed inserita nell’ipotesi in cui non sia in grado di garantire, alla fine della fase produttiva, la completa assenza di allergeni. Sottolineiamo tuttavia che tale frase non esonera l’OSA dall’obbligo di gestione del rischio del rischio allergeni, che necessariamente deve venire gestito nell’ambito delle procedure di base di HACCP.

Inoltre tale indicazione deve sottostare ai principi di base di etichettatura, pertanto essere precise, chiare e facilmente comprensibili, non ambigue e non di confusione per il consumatore.

Da evitare l’indicazione “può contenere tracce di..:” in quanto l’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha confermato l’impossibilità di stabilire una soglia di di contaminazione da ingredienti allergenici, al di sotto del quale sia impossibile escludere il rischio di reazioni allergiche. La comunicazione “può contenere tracce di…” risulta quindi inidonea.

 

A questo si deve aggiungere però che la dicitura “può contenere…” è stata universalmente riconosciuta come preferibile a "prodotto in uno stabilimento che manipola..."  e viene normalmente utilizzata.

 

Detto questo, io sono d'accordo con Jerry che scrivere "può contenere tracce di allergene" vuol dire non governare il proprio autocontrollo ed è come dire "può contenere tracce di patogeno" a mio avviso. Per questo mi sembrerebbe più "onesto" dire "prodotto in uno stabilimento che manipola...", ma come detto sopra, la dicitura è stata cassata.

 

Che fare quindi? Continuare a scriverlo, visto che non è esplicitamente vietato.

In fondo è come scrivere "consumare previa cottura" nel carpaccio.

Insomma, è evidente che il probelma della cross contamination sia reale e abbastanza incontrollato/incorntrollabile (vedi cross contamination da campo), ma che parimenti questo non possa essere proprio sbandierato. Quindi vige il vuoto normativo per salvare capra e cavoli.


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Oggetto:

ripeto: attenzione a scrivere "tracce", la normativa è chiara.

 


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Oggetto:

C'è qualche chiaro riferimento normativo? o sentenza?

Perchè quello che trovo io è solo un sillogismo. Riporto sempre dalla rete, per comodità:

"Il regolamento UE 1169/11 – come già la direttiva allergeni (dir. 2003/89/CE) – non prevede del resto né possibilità di riferire a ‘tracce di …’, né tantomeno il significato e le condizioni d’impiego di tale locuzione. La quale perciò, a maggior ragione, deve intendersi vietata." (autore Dario Dongo)

Sul fatto che sia fuorivante sono d'accordo, sul fatto che "non previsto" coincida con "vietato" meno.

Ma magari dimentico qualche fonte più chiara.

Però, per esempio, secondo l'ASL di Brindisi, va bene: https://www.sanita.puglia.it/web/asl-brindisi/diciture-permesse-in-etichetta


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Oggetto:

il 1169 ha come fondamento l'informazione chiara e corretta ai consumatori e si ritiene troppo generico o addirittura fuorviante indicare le "tracce" come se le tracce fossero meno pericolose o non sufficienti da scatenare una risposta allergica. ovviamente non è vietato....

Io poi penso: in tutti i documenti ufficiali di specifici paesi tipo UK o Australia dove magari fanno degli allegati o delle linee guida per etichettare (anche BRC Food per esempio) di fa sempre riferimento a queste diciture "‘may contain’ or ‘not suitable for’". 

Quindi indicare "tracce di..." come dicevi tu serve a tutelare le aziende non i consumatori.


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Oggetto:

Dici bene, il 1169 ha come fondamento l'informazione chiara e corretta ai consumatori . Ma allora anche il semplice "Può contenere" (senza tracce) che grado di chiarezza fornisce? mi sembra lasci il medesimo dubbio di "tracce".

"Può contenere" cosa significa? Che non ce ne è o ce ne è (tanto) di quell'allergene?

Di nuovo, dici bene quando dici che "tracce" non discrimina la eventuale reazione allergica. Però è qui il singolo soggetto allergico che sa quali rischi può correre.

Ribadisco, per me il "può contenere" (con o senza tracce) vuol dire solo che io non ho sotto controllo il mio HACCP: ne so così poco (o ho una gestione così approssimativa) che non so dire se una sotanza ci sia o meno nel mio prodotto finito.

Guarda, l'unico caso in cui trovo sensata la dicitura è per la crosscontamination da campo. Ipotizzando che una Azienda non possa o non voglia fare, per esempio, la senape su ogni lotto di farina, allora sì, qui direi "può contenere Senape".

Ma se la mia cross contamination è in azienda, per promiscuità di linee produttive, di stoccaggio etc, diamine, non accetto il "Può contenere" che presuppone che io sia meno scrupoloso del necessario nel sanificare aerare, stoccare, etc

Insomma, si fa la battaglia contro "tracce" quando invece dovrebbe essere contro quel "può".

 


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Oggetto:

Concordo su tutto.

In azienda da me utilizzo il può contenere perché mi risulta impossibile una gestione degli allergeni così da garantire con sufficiente certezza la loro assenza. E' un po' troppo duro dire che utilizzo il "può contenere"  non ha sotto controllo il suo HACCP.

Ti faccio un esempio pratico da me: ho il "può contenere glutine" nelle alici marinate perché gli stessi dipendenti occasionalmente lavorano il surimi di pesce che contiene glutine. La possibilità è remota, tu come la pensi?


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Oggetto:

Ti do un altro spunto. La gestione degli allergeni costa e anche perdere potenziali clienti costa. Costa anche gestire una presenza allergeni che ha causato un danno di salute al consumatore. Gli imprenditori fanno questi conti anche se i più virtuosi partono dal principio di precauzione. 


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