Sono laureato in tecnologie alimentari ormai da diversi anni e la voglia di sostenere l'Esame di Stato non l'ho mai avuta!
Ho letto con attenzione le varie considerazioni, ma ho questa idea:
1) sono contrario all'esame di stato proprio dal punto di vista etico, non trovo giusto che sostenere piu' di 30 esami in una facolta' non conti nulla sul lato professionale quando poi si dipende dall'esame di stato. Le competenze si maturano studiando all'Universita' e continuando a studiare nel tempo. Purtroppo in Italia quello che conta e' sempre la burocrazia, la quale viene posta dinnanzi a tutto soprattutto nell'impiego pubblico, percio' se hai l'esame di stato vai avanti, altrimenti no.
2) sono daccordo con un/una utente del forum che sostiene come l'esame di stato nella vita possa servirti; posso solo dirvi che sono pentito di non averlo fatto, anche se per ora non mi serve.
3) e' bene che l'ordine dei tecnologi alimentari "aiuti" in modo adeguato la nostra figura perche' non si puo' accettare che a Bresso (ad esempio) istituiscano un bando di concorso pubblico per tecnologo alimentare, con iscrizione obbligatorio all'albo, categorizzandoci come figura tecnica. Saremmo una delle poche figure laureate, assunti come laureati, e pagati come tecnici (oggi, se non ricordo male, i tecnici sono lauraeti pure loro, con i 3 anni e senza esami di stato; nel passato solo dimplomati). Non dovrebbe pure la nostra figura essere considerata come dirigente non medico? Con una retribuzione ben diversa da qella di tecnico?
Spero di non avervi annoiato, ma credo che l'unica cosa importante sia avere rispetto della nostra figura e non permettere che i tanti sacrifici (non solo economici) fatti, possano produrti delle soddisfazioni.
Ciao a tutti.
Ho letto con attenzione le varie considerazioni, ma ho questa idea:
1) sono contrario all'esame di stato proprio dal punto di vista etico, non trovo giusto che sostenere piu' di 30 esami in una facolta' non conti nulla sul lato professionale quando poi si dipende dall'esame di stato. Le competenze si maturano studiando all'Universita' e continuando a studiare nel tempo. Purtroppo in Italia quello che conta e' sempre la burocrazia, la quale viene posta dinnanzi a tutto soprattutto nell'impiego pubblico, percio' se hai l'esame di stato vai avanti, altrimenti no.
2) sono daccordo con un/una utente del forum che sostiene come l'esame di stato nella vita possa servirti; posso solo dirvi che sono pentito di non averlo fatto, anche se per ora non mi serve.
3) e' bene che l'ordine dei tecnologi alimentari "aiuti" in modo adeguato la nostra figura perche' non si puo' accettare che a Bresso (ad esempio) istituiscano un bando di concorso pubblico per tecnologo alimentare, con iscrizione obbligatorio all'albo, categorizzandoci come figura tecnica. Saremmo una delle poche figure laureate, assunti come laureati, e pagati come tecnici (oggi, se non ricordo male, i tecnici sono lauraeti pure loro, con i 3 anni e senza esami di stato; nel passato solo dimplomati). Non dovrebbe pure la nostra figura essere considerata come dirigente non medico? Con una retribuzione ben diversa da qella di tecnico?
Spero di non avervi annoiato, ma credo che l'unica cosa importante sia avere rispetto della nostra figura e non permettere che i tanti sacrifici (non solo economici) fatti, possano produrti delle soddisfazioni.
Ciao a tutti.