Se leggi in altre discussioni del forum capirai che per me il titolo in senso stretto non significa una mazza.
Ho conosciuto geometri (o anche persone con la terza media) fare il lavoro dei tecnologi alimentari 100 volte meglio dato che erano in azienda da 30 anni.
Hai scritto tu "Quindi l'insistere sul fatto che gli Agronominon possano fregiarsi del titolo di "Tecnologo alimentare" (o anche di "Enologo") è un po' come l'insistere in una disputa meramente nominalistica." e questo se mi permetti è una violazione palese anche perseguibile penalmente.
Fare il lavoro di un tecnologo alimentare essendo agronomo (e farlo anche meglio se si hanno le competenze) è secondo me lecito. Prendersi il titolo no, come se un tecnologo alimentare con 7 corsi di specializzazione in ambito agronomico dicesse di essere un agronomo. Poi magari mi sbaglio.
Partendo dal discorso iniziale non mi metto ad interpretare la legge e le parole giuridiche, il mio appunto è che mi sembrava di aver capito che un agronomo può tranquillamente insegnare tecnologie alimentari o ad esempio processi della tecnologia alimentare o addirittura igiene degli alimenti. Per me è follia e non a caso la regione toscana, per i requisiti dei docenti dei corsi per alimentaristi include anche gli agronomi ma solo per docenze in ambito agronomico.
Chiaro ovviamente che i biscotti provengono da materie prime agricole ma se mi paragoni un allevamento zootecnico con una pasticceria non ci siamo proprio.
Riassumendo: ad ognuno il suo ma mai solo in base al foglio di carta appeso in ufficio, la competenza passa avanti. Millantare competenze o titoli è truffaldino. Impedire a chi ha le competenze di svolgere un lavoro è un abuso (o forse semplice selezione del personale?).
P.s. "Certo forse il vero problema è un altro, ovverosia: a qualche realtà industriale magari dà fastidio che certe attività siano esercitate in forma libero professionale o di lavoro autonomo, o in forma di associazione in partecipazione tra lavoratori autonomi." Non l'ho capita.