Ciao marymary e benvenuta!! ^0^
Come prima cosa ti ringrazio, a nome di tutto lo staff, per il bel complimento. Credimi, ci riempie di gioia sapere che i nostri sforzi vengono in qualche modo apprezzati!
Venendo al tuo quesito: diventare consulenti specie in un ambito così vasto e complesso come quello della HACCP non è cosa semplice... Per lo meno, non lo è se si ambisce a diventare professionisti consapevoli e preparati.
Sono convinto, comunque, che con pazienza e soprattutto buona volontà il traguardo non sia poi così lontano da raggiungere. Dicevo che occorrono:
- pazienza: perché come in tutte le cose è necessario fare molta pratica (la gavetta... sempre lei!). L'esperienza maturata sul campo è importantissima ed il binomio teoria+pratica non dovrebbe essere mai perso di vista;
- buona volontà: perché la HACCP non è una sterile lezione che si impara mnemonicamente; essa richiede capacità logiche, molto esercizio (e su questo punto, forse, Talkin'about Food Forum, se usato correttamente, potrebbe essere un'ottima palestra per tutti quanti noi) e competenze che abbraccino svariati ambiti (non per nulla il Codex Alimentarius prevede la formazione di un team multidisciplinare).
Analizzando il tuo caso specifico, potremmo dire che già il fatto di partire con solide basi di Scienze e Tecnologie Alimentari, sia un indubbio vantaggio. Oggi si improvvisa consulente HACCP chiunque, anche chi ha seguito un corso di poche ore... E i risultati si vedono!
Disporre, quindi, di nozioni fondamentali di microbiologia (sia degli alimenti, che industriale), igiene e difesa delle derrate alimentari, chimica degli alimenti, fisica tecnica, impianti industriali, tecnologie del condizionamento, etc. credo sia un requisito imprescindibile. Anche se, inevitabilmente, ti capiterà di veder giudicati i tuoi Piani da chi magari ha studiato per 5 anni come far partorire una vacca... Ma questo è un altro discorso, che magari affronteremo in una sede più indicata.
Fare HACCP non significa soltanto individuare potenziali pericoli, magari con l'ausilio di qualche libello o manualetto precompilato. Significa:
- padroneggiare le nozioni di pericolo, rischio, punto critico di controllo (CCP) e punto di controllo (CP), di limite critico, etc.
- avere bene a mente le differenze tra vocaboli che solo apparentemente sono sinonimi (come ad esempio: monitoraggio, controllo, verifica)
- conoscere approfonditamente l'alimento che si intende produrre ed il suo processo produttivo
- comprendere che un piano HACCP non è assolutamente un concetto statico, bensì in continuo sviluppo... Si pensi soltanto alle possibili implicazioni di cambiamenti anche modesti nella formulazione, nei parametri di processo, nelle condizioni operative ed ambientali,...
Premesso ciò, penso che tu stessa possa trovare risposta al tuo dubbio... Può un corso, seppur con un approccio pratico, creare questo livello di consapevolezza?
Notte!
Giulio