Libretto formativo? Autorizzazione ASL? Niente di tutto questo!
E' dal 1999 che redigo, aggiorno e monitoro Piani di Autocontrollo e non ho mai sentito parlare di Autorizzazioni di alcun genere per i Consulenti; ne esistono, invece, per i Laboratori di Analisi (in tal caso si parla di Accreditamento).
Piuttosto, ho avuto modo di constatare che - ad oggi - cani e porci (...e qui passatemi il termine) stanno facendo impunemente il nostro lavoro di Consulenti con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Bando alle ciance! Per poter esercitare la Professione di Consulente devi dotarti di:
- Partita IVA: per compensi superiori ai 5.000,00 Euro/anno, anche se e' difficile trovare Clienti che ti facciano lavorare senza Fattura, ad esempio con Contratto di Collaborazione Occasionale);
- è preferibile che ti iscriva all'Ordine dei Tecnologi Alimentari della tua Regione; altrimenti devi iscriverti alla Camera di Commercio, che costa sicuramente di piu' e non ti tutela;
- un altro consiglio che posso darti e' quello di dotarti di una buona Assicurazione per Rischi Professionali (indicizzata sul Fatturato) e di
- stilare, con un buon Avvocato, il Format dei Contratti da sottoporre ai tuoi futuri Clienti;
- inoltre, per essere coerente col nostro ruolo (se vogliamo che i nostri Clienti siano in regola, dobbiamo esserlo prima noi), ti consiglio di farti rilasciare dalla ASL competente l'Attestato di Formazione - sostitutivo del Libretto di Idoneità Sanitaria (L.I.S.). Ad esempio nella mia Regione - l'Abruzzo - viene rilasciato con validità illimitata mediante Autocertificazione del Titolo di Studio (la laurea in STA).
Purtroppo vediamo in giro un sacco di Consulenti improvvisati che non sanno cosa rischiano, nè quali danni fanno, ma noi siamo dei Professionisti e dobbiamo emergere con le nostre competenze da questo ciarpame.
Se hai poca esperienza nel Settore ti consiglio di appoggiarti per i primi tempi ad uno Studio gia' affermato, in modo da "farti le ossa"; il lavoro di Consulente - serio - non puo' basarsi solo sulle conoscenze scientifiche, ma anche sul saper riconoscere in tempo le situazioni "pericolose".
Mi scuso per la mia nota polemica, ma sono il primo a contrastare il crescente fenomeno dei mini-Corsi erogati da Enti di Certificazione, Enti di Formazione, Regioni, ecc. per Tecnici della Sicurezza Alimentare.
Puo' un Corso di 500 ore sostituire le competenze acquisite in un Programma di Studi Universitario quinquennale sottoposto a verifica con un Esame di Stato?
Ti do anch'io il benvenuto nel nostro mondo e ribadisco: nulla e' impossibile, ma non bisogna avere fretta di arrivare.
Saluti,
Pasquale