Ciao urquel e bentrovato! ^__^
Premetto che non ho esperienze con i Gruppi da te menzionati, pertanto non conosco (anche se credo di poter immaginare) il contenuto dei manuali a cui fai riferimento.
Di primo acchito, leggendo quanto scrivi, mi pare d'intendere che si tratti di quelle che vengono comunemente definite Best Practices (in italiano, Buone Prassi) e che forniscono agli Operatori del Settore Alimentare (OSA), seppur con un certo grado di flessibilità, un modus operandi al fine di migliorare la gestione di determinati processi e/o fasi di processo; nella fattispecie di strumenti quali: Metal Detector, Sistemi d'Ispezione a Raggi X, Selezionatrici Ponderali, etc.
Diversa cosa, invece, sono gli Standard a cui ti riferisci. Essi non costituiscono Linee Guida, bensì rappresentano un insieme di criteri comuni, definiti requisiti, a cui le aziende debbono uniformarsi se intendono aderire allo specifico Standard.
Si tratta di una differenza che potrebbe apparire minima, per non dire evanescente, ma nella realtà dei fatti è piuttosto concreta. O perlomeno così dovrebbe essere... Trovo, infatti, sempre più frequente il riferimento a casistiche specifiche, che tendono a sfociare in dictat da parte di taluni Auditor (specie i meno preparati) correndo il rischio di far perdere l'arbitrarietà di cui, a mio avviso, dovrebbe godere uno Standard per definirsi tale; con la nefasta conseguenza di gravare sull'azienda o, nella peggiore delle ipotesi, causare la perdita di vista dell'unico vero obiettivo dell'OSA: la salubrità del prodotto finito.
Personalmente ritengo che, le Best Practices siano un buon punto di partenza per l'OSA (specie per le piccole/piccolissime realtà), ma che proprio in virtù del carattere generalista, necessitino di una contestualizzazione, pena la perdita di coerenza con la realtà operativa e, conseguentemente, l'utilità.
Tu, invece, cosa ne pensi?
Ti ringrazio per lo spunto che hai fornito e spero di leggere presto anche i pareri di altri amici qui su TAFF.
Un caro saluto,
Giulio