Ciao Dexter,
io ti sconsiglio di far tarare troppe strumentazioni. Se hai già un termometro tarato SIT non credo sia necessario far tarare anche un datalogger; ricorda infatti che la taratura non è perenne, ma come giustamente dice Lorenza, deve essere ripetuta con cadenza almeno annuale, pertanto ti andresti soltanto a complicare la vita e a creare dei costi aggiuntivi per la tua azienda.
Sono d'accordo con te sulla necessità di correlare alla verifica della temperatura anche il fattore tempo (pena la mancanza di veridicità dei risultati ottenuti), ma proverei a muovermi differentemente.. Mi spiego, non conosco il tuo datalogger, ma generalmente è possibile intervenire, mediante apposito software (fornito dalla casa produttrice), sulla frequenza di rilevazione e sull'orario di inizio e fine registrazione.
Procederei così: programmerei il mio datalogger per la partenza ad un orario prestabilito, con una frequenza di registrazione alta (vale a dire tante registrazioni nell'unità di tempo... ad esempio una ogni minuto), quindi verificherei l'orario del datalogger (solitamente l'ora viene sincronizzata al pc nel momento stesso della connessione per la programmazione), in modo che combaci perfettamente a quello visualizzato sul mio timer; infine procederei alla misurazione in cella ad orari prestabiliti (decidi tu quanti e l'intervallo di tempo tra una misurazione e l'altra).
Mi segui? Non penso debba essere il termometro tarato ad adattarsi ai tempi del datalogger, bensì l'inverso; ossia: il datalogger registra "n" punti e di questi prendo in considerazione solamente quelli che coincidono con i tempi misurati con l'ausilio del termometro tarato.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Salutoni!
Giulio