Ciao Mary86 e benvenuta!! ^__^
Cercherò di rispondere il più obiettivamente possibile alla tua tutt'altro che semplice domanda, nella speranza che si aggiungano i pensieri di
altri utenti e che possa scaturire un confronto costruttivo volto ad aiutare chi, come te, si trova a dover affrontare questo genere di scelte. Se comunque avessi ulteriori dubbi, non esitare a chiedere.
Detto ciò, per conoscere alcuni dei possibili sbocchi che ti offre un percorso di studi come quello in Scienze e Tecnologie Alimentari ti
consiglio di leggere questa vecchia (ma ancora attuale) discussione dal titolo Sbocchi occupazionali per il laureato in S.T.A.
Le opportunità per il Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari sono veramente tante
e, a mio modesto avviso, sono anche estremamente interessanti. L'unico vero grosso neo, se così si può definire, è che troppo spesso chi effettua la
selezione del personale non è pienamente consapevole di ciò. Talvolta, e questo è assai più grave, non lo siamo nemmeno noi laureati in S.T.A.
Insomma,
per farla breve, ancora oggi sono troppo pochi coloro che comprendono a fondo la nostra Laurea, l'apertura mentale che essa fornisce e la predisposizione
nell'affrontare e risolvere le problematiche che quotidianamente si presentano in un contesto agroalimentare.
Nella discussione che ti ho segnalato, avevo cercato di offrire qualche spunto per eventuali interpretazioni della nostra professione, preciso che si tratta soltanto di una piccola parte delle numerose possibilità e che sta poi al singolo laureato, capire i bisogni del mercato (alcuni parlano di marketing di noi stessi) e modificare il proprio profilo professionale andandosi via via a specializzare sempre più. Dopotutto, è sempre bene tenerlo a mente, faber est suae quisque fortunae.
Per quanto concerne il dubbio se convenga fermarsi alla laurea triennale, o se invece convenga proseguire con la specialistica... Si tratta di una valutazione strettamente personale. Solamente tu, puoi rispondere ad una domanda di questo tipo, valutando oggettivamente la tua situazione, i tuoi desideri, le tue ambizioni...
Io credo, ma questo è soltanto il mio personalissimo punto di vista, che la cosa migliore da fare (logicamente se si ha la possibilità) sia proseguire.
Non perché aver studiato 5 anni, anziché 3, offra maggiori opportunità lavorative (dopotutto viviamo in un Paese ancora scarsamente meritocratico) e nemmeno
possiamo illuderci che lo studio della sola teoria possa in qualche modo renderci migliori di chi invece ha una vasta esperienza "sul campo".
Non credo
nemmeno che debba essere quello "stolto snobismo", di coloro a cui piace ostentare, a muovere la nostra scelta... Non è perché si ha il titolo di Dottore Magistrale che si è dei seri e validi professionisti. Penso, invece, che lo studio debba essere finalizzato al conseguimento di un qualcosa in più rispetto al mero posto di lavoro, o al titolo professionale.
Soltanto se si ambisce a quel qualcosa in più, penso ci si possa sentire veramente realizzati. Cerco di spiegarmi meglio: potremmo interpretare la
volontà di proseguire gli studi come la necessità di dissetare la nostra sete di conoscenza. In quest'ottica tutto prende una luce diversa e, se anche dovessimo malauguratamente riscontrare difficoltà nel trovare un'occupazione, sapremmo comunque che ciò non è da imputarsi al Corso di Laurea. Saremmo ugualmente soddisfatti della nostra scelta.
L'errore, invece, che assai spesso commettiamo è d'attribuire al celeberrimo "pezzo di carta" un valore esagerato, ponendo in secondo piano aspetti importantissimi come quelli che ho illustrato poc'anzi.
Ricordo sempre quel video su YouTube che mostrava la pergamena di un Laureato in S.T.A. e subito dopo la scenetta di Mr.Cocodrile Dundee che si affaccia alla finestra e grida: <<Serve per pulirsi il ****, vero?>>. Bene, se il video nel suo gretto cinismo può anche risultare divertente, è altrettanto vero che esprime un sentimento estremamente diffuso e che hanno provato più o meno tutti coloro che si sono affacciati sul mondo del lavoro. O per lo meno, noi giovani.
Un sentimento dettato dalla frustrazione per l'invio di centinaia di curricula senza ottenere risposta, d'intere giornate spese ad affrontare ridicoli colloqui... A proposito, vi ho mai raccontato della meravigliosa domanda che fecero ad un mio carissimo amico Ingegnere ad uno dei colloqui finali (per intenderci, quelli dove, razionalmente parlando, si dovrebbe andare più nello specifico, onde valutare l'effettiva competenza del candidato per la posizione oggetto del colloquio) in una nota azienda? E' a dir poco esilarante: <<Come si vede nell'area proattiva di questa azienda?>>
Tornando al nostro discorso, non vorrei essere mal'interpretato, non sto affatto dicendo che non si debba studiare per prepararsi al lavoro. Come recita l'articolo 1 della nostra Costituzione l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e nessuno si sogna di affermare che non debba interessare l'ottenimento del posto di lavoro. Dico
solamente che il lavoro non deve diventare l'unico scopo dello studio... Non so se sono stato in grado di trasmettere il mio pensiero.
Se, comunque, tutto ciò non ti avesse ancora convinto, tornando a concetti più "materiali", ti posso dire che solamente con
la laurea quinquennale (o 3+2) hai la possibilità di affrontare l'esame di stato e quindi d'iscriverti all'albo, diventando a tutti gli effetti Tecnologo
Alimentare. Ti ricordo che, senza iscrizione all'albo, rimani Dott. in Scienze e Tecnologie Alimentari. Su quali siano le reali differenze tra Laureato in
Scienze e Tecnologie Alimentari e Tecnologo Alimentare si potrebbe discutere per ore, quindi non affronterei in questa sede tale discorso. Nel caso, però, fossi interessata all'argomento, ti consiglio di leggere e partecipare a questa discussione dal titolo Utilità dell'iscrizione all'albo...
Infine, come giustamente accennavi tu, nessuna laurea
triennale costituisce titolo di accesso all’insegnamento (DM 39 del 30/01/1998). Sul sito della Provincia di Bolzano ho trovato le seguenti materie di competenza per i Laureati Specialistici in Scienze e Tecnologie Alimentari:
- 12/A Chimica agraria
- 33/A Educazione tecnica nella scuola media
- 57/A Scienza degli alimenti
Attendo comunque smentite/conferme.
Bene, spero nel mio piccolo, di aver contribuito a fornire a te e a tutti coloro che si trovano di fronte a questo tipo d'interrogativi, una seppur flebile luce.
Essere talvolta disorientati, non deve preoccuparti... è una cosa del tutto normale! E tutti, prima o poi, ci si trova a dover affrontare delle scelte.
Good luck, kiddo! :-)
Giulio