Buongiorno Liborio,
sono assolutamente d'accordo con quello che dici; però non c'è ancora la certezza che con l'alimentazione si possano curare alcuni tumori. Che si possano prevenire diminuendo il rischio di contrarli con una alimentazione ricca di antiossidanti e non acidificante è assodato. Pensa quanto sarei felice se si riuscisse a dimostrare che con la dieta vegana la battaglia contro il cancro si vince!
Io sono un produttore di germogli, tra cui quelli di cruciferae in particolare (vedi il site della mia azienda: www.germoglivivo.it), ma non ho ancora trovato evidenze scientifiche dell'efficacia dei principi attivi naturali. Proprio alcuni giorni fa si è parlato di queste tematiche in un convegno a Fondi del quale ti invio alcune righe del Comunicato Stampa tratto dal sito di freshplaza.it
<< Giovedì 15 maggio 2014, nell'ambito dell'incontro "La molecola che migliora la vita. Prevenzione e cura con l'Indolo-3-Carbinolo stabilizzato" svoltosi presso il Castello Caetani di Fondi (in provincia di Latina), è stato presentato il lavoro di Domenico Terenzio, specializzato in tecnologie innovative e di Luca Rastrelli, docente di Chimica degli Alimenti dell'Università di Salerno.
Ad una folta platea è stata presentata la molecola Indolo-3-Carbinolo, ricavata dalla famiglia delle crucifere (brassicaceae, la stessa alla quale appartiene anche il cavolo e molti altri ortaggi).
Brevettata nel 2013 e già immessa sul mercato, a questa molecola sono state riconosciute importanti funzioni di prevenzione per via dell'elevato potere antiossidante, antiaggregante, antinfiammatorio e immunostimolante
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"Numerosi studi epidemiologici – ha spiegato a sua volta Luca Rastrelli – indicano che una dieta a base di vegetali appartenenti alla famiglia delle crucifere è in grado di assicurare protezione e prevenzione verso i tumori e le patologie cardiovascolari. Tale effetto è dovuto alla presenza dell'Indolo-3-Carbinolo (I3C), una sostanza naturale contenuta soprattutto nei broccoli, nel cavolo bianco, nei cavolini di Bruxelles e nel cavolfiore."
"Nello specifico, il nostro progetto ha inteso stabilizzare il più possibile l'I3C per superare i problemi più comuni con cui ci si doveva scontrare; come una bassa emivita, l'instabilità in acqua e la non compatibilità con il pH gastrico, il basso peso molecolare, la scarsa solubilità in acqua. Questi ostacoli sono stati aggirati coniugando l'I3C ad un polimero e facendo poi in modo che la molecola potesse anche raggiungere le cellule bersaglio presenti nell'organismo umano. In questo modo è stato possibile creare una sostanza che può essere utilizzata per uso medico come integratore alimentare e nutraceutico" >>.
Cordialmente,
Pietro