Buongiorno sabrina,
per risponderti farei riferimento al D.M. 21 settembre 2005 - "Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti di salumeria" che al comma 1 dell'art.1 - Capo I fornisce la seguente definizione di Prosciutto Cotto:
La denominazione «prosciutto cotto» è riservata al prodotto di salumeria ottenuto dalla coscia del suino eventualmente sezionata, disossata, sgrassata, privata dei tendini e della cotenna, con impiego di acqua, sale, nitrito di sodio, nitrito di potassio eventualmente in combinazione fra loro o con nitrato di sodio e nitrato di potassio.
Sempre il summenzionato Decreto Ministeriale, al comma successivo (comma 2 - art. 1 - Capo I) stabilisce anche cosa s'intenda per coscia:
Per coscia di suino si intende l'arto posteriore del suino sezionato trasversalmente dalla rimanente parte della carcassa non anteriormente alla fine dell'osso iliaco.
Ritengo, pertanto, che la dicitura "coscia di suino" sia preferibile rispetto alla più generica "carne di suino" per le seguenti motivazioni:
1) considerazioni di natura tecnico-legislativa: abbiamo visto poc'anzi come l'utilizzo della coscia di suino sia condizione imprescindibile per poter parlare di Prosciutto (non solo cotto)
2) considerazioni di natura strategica: in un mercato sempre più competitivo e Globale, poter specificare l'esatta parte anatomica (nella fattispecie coscia) fornisce, rispetto ad altri prodotti di natura carnea, un "plus" che non sottovaluterei.
A presto!
Giulio
PS: Cortesemente, cerca di articolare meglio i titoli delle discussioni che apri... Presta attenzione al rispetto di maiscuole e minuscole, ma soprattutto sii più specifica nell'inquadrare il tema oggetto della discussione: il titolo "prosciutto cotto", così com'è, è troppo generico... Stasera, tempo permettendo, provvederò a modificarlo. Non prendere il presente appunto come un'inutile pignoleria, ma come un consiglio volto a garantire a te ed agli altri utenti del forum una maggiore fruibilità dei contenuti. In food we trust! ;-)