Tratto da: http://www.cucinanostra.eu/
Le iniziative di Cucina Nostra per giungere ad una piena attuazione di quanto previsto dal Regolamento CE 852/2004 circa la produzione e commercializzazione di alimenti prodotti nell’abitazione privata, sono continuate anche durante il periodo estivo.
All’inizio del mese di agosto abbiamo presentato all’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, una Memoria scritta sullo stato di realizzazione dei progetti di impresa alimentare presso l’abitazione privata sul territorio regionale, chiedendo un incontro con i funzionari responsabili della Direzione Sanità, Settore Prevenzione e Veterinaria, finalizzato a chiarire i numerosi aspetti formali e istituzionali implicati in questa iniziativa di micro-imprenditorialità.
Tale incontro si è svolto recentemente e ci ha consentito di ottenere informazioni e indicazioni generali importanti, che interessano tutti coloro che hanno in progetto di avviare questo tipo di attività produttiva domestica.
La notizia importante, confermata in via ufficiale, è che ilMinistero della Salute, in accordo con i rappresentanti degli Assessorati regionali competenti, in sede di Conferenza Stato-Regioni, sta predisponendo delle Linee guida applicative dell’Allegato II, Capitolo III, del Regolamento CE 852/2004, per quanto riguarda la produzione di alimenti nell’abitazione privata. Linee guida che avranno un valore su tutto il territorio nazionale e che le Regioni tutte saranno chiamate ad applicare.
Tale regolamentazione riguarderà gli aspetti igienico-sanitari della produzione e ha l’obiettivo di definire i requisiti necessari sia per le microimprese domestiche (produzione e vendita di alimenti fatti in casa), sia per l’attività degli home restaurant che negli ultimi tempi sono saltati alla ribalta delle cronache e all’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico che ha emesso un’apposita risoluzione.
La nostra Associazione è impegnata a rappresentare le istanze di tutte quelle persone che ricercano nella produzione e vendita di alimenti fatti in casa a norma di legge, unapossibilità di crearsi un reddito e un’attività lavorativa stabile.
Per questo motivo abbiamo evidenziato le esigenze emerse dai nostri interventi in favore dei soci che stiamo accompagnando alla realizzazione del loro progetto di microimprenditorialità, e che abbiamo rappresentato alla Dirigenza regionale.
Riteniamo importante diffondere perciò il più possibile, anche attraverso i nostri mezzi di comunicazione sulla rete, sia le notizie di cui siamo venuti a conoscenza, sia quelle che per noi sono questioni essenziali che vengano sviluppate dalle autorità competenti, e a cui venga data risposta con il provvedimento in preparazione presso il Ministero della Salute.
A questa condizione, infatti, sarà possibile lo sviluppo di attività produttive del settore alimentare in ambito domestico caratterizzate dal rispetto delle legge, che garantiscanosicurezza alimentare e tutela della salute pubblica, che offrano prodotti di qualità, che siano sostenibili dal punto di vista economico e rappresentino una reale risposta alla crisi economica e lavorativa.
Le questioni che sosteniamo e ribadiamo sono le seguenti:
1) i locali dell’abitazione privata da utilizzare per la produzione debbono poter prevedere sial’utilizzo di una seconda cucina appositamente dedicata alla sola produzione per la vendita (per chi ha questa possibilità nella sua abitazione), sia la possibilità di attrezzare adeguatamente la cucina di famiglia, adottando prassi igienico-sanitarie che garantiscano sicurezza alimentare. La motivazione è di facile intuizione. La maggioranza delle persone che vorrebbero dedicarsi a produrre alimenti fatti in casa dispone di una sola cucina e questa è l’unica struttura che può essere utilizzata. In caso contrario verrebbe impedito ad un numero significativo di persone di poter reimpiegarsi in un lavoro di cui hanno necessità.
Su questo punto ribadiamo cheil Regolamento CE 852/2004 persegue come finalità laflessibilità dei principi del Codex Alimentarius “per poter essere applicati in qualsiasi situazione, anche nelle piccole imprese”.
2) è fondamentale chiarire definitivamente quali alimenti si possono produrre nell’abitazione privata;
3) è necessario specificare le caratteristiche strutturali dei locali dell’abitazione privata da destinare alla produzione (cucina,bagno/antibagno/disimpegno);
4) occorre tenere in considerazione l’attuale stato delle cose, ossia: nelle regioni italiane, presso cui oggi sono già attive microimprese domestiche che operano in regola, la normativa comunitaria è stata diversamente interpretata, creando di fatto una disparità di trattamento tra cittadini residenti nei diversi territori, pur in presenza di una unica legge – il Regolamento CE 852/2004 – che costituisce disciplina prevalente sulle norme nazionali;
5) bisogna tenere presente che un’applicazione restrittiva del medesimo Regolamento comunitario, oltre a non essere ammessa dallo stesso, creerebbe una disparità di trattamento anche rispetto ai cittadini del resto dell’Unione Europea.
Fino a qui le novità raccolte durante il nostro percorso estivo.
Aggiorneremo prossimamente tutti coloro che ci seguono. Nei prossimi mesi di ottobre e novembre abbiamo in programma di ricontattare gli organismi istituzionali competenti per avere ulteriori aggiornamenti e informazioni.