L'art. 6, comma 5 del citato decreto ammette, per alcuni tipi di pasta tra i quali quella all'uovo, un contenuto massimo di farina 0 pari al 3 % (l'uso del termine “tollerata” lascia intendere che ci si voglia quasi riferire ad una presenza involontaria...).
Altro non trovo.
Che, poi, i “competitor” facciano altro è certo possibile, ma, direi si tratta di una giustificazione un pochino debole, in caso di ispezione.
Evidentemente costoro, applicando la nota valutazione del “rischio/beneficio” hanno concluso che il gioco vale la candela (e sono, in questo, in buona compagnia...).