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Facendo seguito alla proposta di alfclerici di creare uno spazio appositamente dedicato alla segnalazione di tutti quegli errori grossolani (castronerie) che si sentono o si leggono sui media generalisti, sono ad inaugurare questa nuova discussione dal titolo "Corbellerie alimentari: teniamo gli occhi aperti!".
Prima di procedere, però, desidero fare alcune importanti raccomandazioni:
1) non siamo qui per condurre una crociata nei confronti dei singoli individui, nè tantomeno verso aziende o enti. Questo spazio deve essere inteso come l'occasione per fare chiarezza su tematiche specifiche, in un'ottica di condivisione e di divulgazione di Conosceza;
2) non saranno tollerati atteggiamenti forzatamente polemici, acritici ed incostruttivi, nè affermazioni prive di un riscontro oggettivo (es. << affermo questo, perchè è così! >>). Quando possibile, cerchiamo di fornire risposte articolate;
Premesso ciò, ribadisco la mia convinzione che ci siano tutti i presupposti per rendere questo spazio realmente utile e concludo suggerendo la lettura di una vecchia discussione intitolata Marmellate, Confetture, Creme di Marroni, Gelatine, con la speranza serva per fornire un possibile modus operandi.
Un caro saluto e buon lavoro!
Giulio
Oggetto: Corbellerie alimentari: teniamo gli occhi aperti!
Con grande onore inauguro io questo spazio e "rompo il ghiaccio" con un caso accadutomi proprio l'altra sera:
Italia 1 ore 21 circa, pubblicità di un prodotto senza glutine a base 100% mais pubblicizzato come PASTA. Questo in netto contrasto alla normativa vigente (DPR 187/2001) che prevede la denominazione solo per i prodotti derivati da semola o semolato di grano duro, vedi tutta la questione della pasta Scotti accaduta qualche anno fa (ora è denominata PastaRiso).
Per ovvi motivi non posso per ora riportare nè il prodotto nè tantomeno la ditta, attendo vostri commenti.
Ringrazio innanzitutto Giulio per aver accettato la mia proposta: non posso che augurarle il successo che merita e ciò sarà possibile solo col contributo di tutti.
Per quanto riguarda le segnalazioni, mi permetto una raccomandazione relativa ai casi di pubblicità ingannevole: precisare sempre, oltre alle caratteristiche della "corbelleria", la fonte (spot televisivi, stampa, pagine internet). Ciò è indispensabile, qualora si intenda sottoporre il fatto all'IAP (Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria) e/o all'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
Ritengo, infatti, che lo scopo di questa nostra iniziativa non sia soltanto quello di discutere tra noi, ma anche (e soprattutto) quello di mettere a conoscenza del pubblico gli innumerevoli comportamenti scorretti di tanti operatori del settore.
A titolo di esempio, segnalo questo articolo, nato a seguito di una segnalazione (del sottoscritto) all'IAP.
In merito al caso segnalato da gris.a, ritengo che il citato DPR 187/01 (art. 6) non intenda riservare l'uso del termine "pasta" ai soli prodotti derivati da semola o semolato di grano duro, quanto precisare che, per quanto riguarda l'Italia, la pasta deve essere prodotta solo con grano duro. Si veda, infatti, il punto 8 dello stesso articolo, ove il termine "pasta" è utilizzato per definire prodotti differenti: 8. La pasta prodotta in altri Paesi in tutto o in parte con sfarinati di grano tenero e posta in vendita in Italia deve riportare una delle denominazioni di vendita seguenti: a) pasta di farina di grano tenero, se ottenuta totalmente da sfarinati di grano tenero; b) pasta di semola di grano duro e di farina di grano tenero, se ottenuta dalla miscelazione dei due prodotti con prevalenza della semola; c) pasta di farina di grano tenero e di semola di grano duro, se ottenuta dalla miscelazione dei due prodotti con prevalenza della farina di grano tenero.
Infine, se ben ricordo, la vicenda di Riso Scotti non era legata all'uso del termine "pasta", bensì al fatto che il buon Gerry declamava dagli schermi TV: èdietetica, perchè senza glutine. Il problema nasceva dall'uso improprio del termine "dietetico" (tra l'altro, sempre se la memoria non mi tradisce, il prodotto in questione non era, allora, neppure notificato al MinSalute).
Appena lanciata sul mercato la nuova linea di spaghetti etc. a base di riso anni fa ben prima della questione che riporti tu alf, mi ricordo che era scaturita una diatriba poichè veniva utilizzata per questi prodotti la denominazione "pasta" e si era mossa l'APPF (associazione produttori paste fresche) ed anche la rivista Pasta&Pastai. Vedo se riesco a ricostruire la storia e reperire qualche informazione in merito per chiarire la questione.
come prima cosa desidero ringraziare gris.a ed alfclerici per le solerti ed impeccabili dichiarazioni, che sottoscrivo. Tuttavia, riflettendo, ho maturato alcuni pensieri (forse inutili tecnicismi) che desidererei condividere con voi e che pertanto vado ad esporvi sinteticamente:
1) occorrerebbe inquadrare meglio le tipologie di problematiche oggetto di segnalazione.. Accomunare "corbellerie" (come l'uso improprio dei termini "Marmellata" e "Grappa", seppur da parte di chi dovrebbe fare informazione) con sofisticate "macchinazioni" per ingannare l'inerme consumatore, mi sembra vagamente una forzatura;
Pertanto, potremmo prevedere la creazione di una nuova discussione dedicata ai casi più eclatanti (es. Pubblicità Ingannevole, Frodi, etc); mentre nella presente potremmo continuare ad inserire quelli rientranti a pieno titolo nelle sviste, nella mancanza di competenza specifica da parte dell' "esperto" di turno, etc.
2) Concordo pienamente sulla necessità di mettere a conoscenza del grande pubblico i comportamenti scorretti. Proprio per tale ragione, oltre a segnalare il fatto agli organismi preposti, ritengo sia utile consentire una maggiore visibilità agli argomenti via via affrontati.
Pensavo, pertanto, di adottare un format simile a quello della discussione TAFF: i Tecnologi Alimentari si raccontano: ossia una discussione "madre" da cui si dipartono le discussioni "figlie".
Quest'ultimo accorgimento dovrebbe agevolare gli utenti nel trovare l'informazione desiderata. Faccio un esempio pratico, a scanso di equivoci: se un utente cerca tra le discussioni (ad esempio ricorrendo alla nostra mappa del sito) e difficile che cerchi "corbellerie alimentari", ma è assai più probabile che cerchi "pasta 100% mais".
Il pericolo è che si generi una mega discussione da decine e decine di post, senza che però i contenuti godano della giusta visibilità (a parte quella dei pochi utenti che, conoscendola, rilasceranno le prorie dichiarazioni).