Un canale distributivo è costituito dall'insieme di operatori che svolgono le funzioni atte a trasferire un prodotto (inteso come bene o servizio) ed il relativo titolo di proprietà dal produttore al consumatore finale. Gli operatori in questione sono suddivisibili in due categorie principali:
- I venditori: che agiscono per conto dei produttori, negoziando i prodotti senza acquistarli effettivamente. Sono un esempio le reti di vendita di alcune imprese.
- Gli intermediari commerciali: che invece acquistano e rivendono i prodotti. Sono un esempio i grossisti ed i dettaglianti.
A seconda della lunghezza del canale distributivo, gli operatori sono soliti parlare di canale lungo, di canale corto e canale diretto. I tre schemi che ci accingiamo a descrivere rappresentano delle semplificazioni: esistono, infatti, numerose varianti che tuttavia non prenderemo in esame ora.
- Il canale lungo è caratterizzato dalla presenza dei dettaglianti, che acquistano i beni da rivendere ai propri clienti, presso i grossisti. Quest'ultimi, a loro volta, si riforniscono presso i produttori.
- Il canale corto, invece, è caratterizzato dalla presenza di un unico operatore che si rivolge ai propri clienti, approvvigionandosi direttamente presso i produttori.
- Il canale diretto è invece quello in cui il produttore vende direttamente al cliente senza intermediari di nessun tipo (in ambito alimentare è però poco diffuso).
Generalmente tanto maggiore è il valore unitario del prodotto (VUP), maggiore sarà il margine di guadagno unitario e pertanto maggiori saranno i costi che l'azieda potrà sostenere per arrivare direttamente al consumatore finale (cioè l'azienda produttrice avrà più possibilità di ricorrere al "canale diretto"). Viceversa, minore sarà il VUP, maggiore sarà la necessità di ricorrere a degli intermediari commerciali. Tutto questo è strettamente correlato con le risorse finanziarie dell'impresa, con le dimensioni (che le possano consentire di contenere i costi attraverso le opportune economie di scala, etc.
Altri parametri importanti che determinano la scelta del canale distributivo sono: la deperibilità o meno del prodotto; la dimensione e la collocazione geografica del mercato di riferimento; la frequenza di acquisto dei clienti;...
La distribuzione generalmente è contraddistinta da alcuni parametri fondamentali:
1) Il formato distributivo: che sta ad indicare la dimensione del punto vendita oltre che il "target" di clienti a cui si rivolge (cioè la "vocazione di mercato"). Parliamo ad esempio di Superstores, Impermercati, Supermercati, Discounts, Superettes, Tradizionali, etc.
2) L'insegna distributiva: indica il marchio. Negli ultimi anni la GDO ha investito molto sull'insegna. Un esempio di insegne distributive sono: Coop, Conad, Wal-Mart, Metro, Carrefour, etc.
E' importante tenere presente che un'insegna può essere presente sul territorio con differenti formati distributivi (è il caso, ad esempio, di Coop con i suoi iper e supermercati).
Presto esamineremo più nel dettaglio il concetto di GDO, marca commerciale, etc.
Bye bye! Giulio.
Importante: Invito tutti gli utenti di taff.biz a partecipare attivamente alla vita del Forum, rilasciando le proprie dichiarazioni, integrando quelle già presenti, segnalando eventuali errori,... Talkin'about Food Forum è come una creatura appena nata e in quanto tale necessita di essere nutrita ed accudita. Ogni volta che viene rilasciata una nuova dichiarazione, Talkin'about Food Forum cresce... Grazie per la collaborazione! A presto! ;-)
- I venditori: che agiscono per conto dei produttori, negoziando i prodotti senza acquistarli effettivamente. Sono un esempio le reti di vendita di alcune imprese.
- Gli intermediari commerciali: che invece acquistano e rivendono i prodotti. Sono un esempio i grossisti ed i dettaglianti.
A seconda della lunghezza del canale distributivo, gli operatori sono soliti parlare di canale lungo, di canale corto e canale diretto. I tre schemi che ci accingiamo a descrivere rappresentano delle semplificazioni: esistono, infatti, numerose varianti che tuttavia non prenderemo in esame ora.
- Il canale lungo è caratterizzato dalla presenza dei dettaglianti, che acquistano i beni da rivendere ai propri clienti, presso i grossisti. Quest'ultimi, a loro volta, si riforniscono presso i produttori.
- Il canale corto, invece, è caratterizzato dalla presenza di un unico operatore che si rivolge ai propri clienti, approvvigionandosi direttamente presso i produttori.
- Il canale diretto è invece quello in cui il produttore vende direttamente al cliente senza intermediari di nessun tipo (in ambito alimentare è però poco diffuso).
Generalmente tanto maggiore è il valore unitario del prodotto (VUP), maggiore sarà il margine di guadagno unitario e pertanto maggiori saranno i costi che l'azieda potrà sostenere per arrivare direttamente al consumatore finale (cioè l'azienda produttrice avrà più possibilità di ricorrere al "canale diretto"). Viceversa, minore sarà il VUP, maggiore sarà la necessità di ricorrere a degli intermediari commerciali. Tutto questo è strettamente correlato con le risorse finanziarie dell'impresa, con le dimensioni (che le possano consentire di contenere i costi attraverso le opportune economie di scala, etc.
Altri parametri importanti che determinano la scelta del canale distributivo sono: la deperibilità o meno del prodotto; la dimensione e la collocazione geografica del mercato di riferimento; la frequenza di acquisto dei clienti;...
La distribuzione generalmente è contraddistinta da alcuni parametri fondamentali:
1) Il formato distributivo: che sta ad indicare la dimensione del punto vendita oltre che il "target" di clienti a cui si rivolge (cioè la "vocazione di mercato"). Parliamo ad esempio di Superstores, Impermercati, Supermercati, Discounts, Superettes, Tradizionali, etc.
2) L'insegna distributiva: indica il marchio. Negli ultimi anni la GDO ha investito molto sull'insegna. Un esempio di insegne distributive sono: Coop, Conad, Wal-Mart, Metro, Carrefour, etc.
E' importante tenere presente che un'insegna può essere presente sul territorio con differenti formati distributivi (è il caso, ad esempio, di Coop con i suoi iper e supermercati).
Presto esamineremo più nel dettaglio il concetto di GDO, marca commerciale, etc.
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