La recente epidemia di Escherichia coli O157 associata ai "Quarter Pounders di McDonald'"s sta sollevato serie preoccupazioni nella comunità scientifica, fornendo importanti spunti di riflessione sulla microbiologia dei sistemi di ristorazione rapida moderna.
Al momento della mia scrittura, i dati epidemiologici rivelano un quadro preoccupante con 49 casi confermati distribuiti in 10 stati americani e una significativa concentrazione in Colorado (27 casi, 55,1%) e Nebraska (9 casi, 18,4%).
Ciò che rende questo focolaio particolarmente "degno di nota", di "trsite nota", è la sua distribuzione geografica "concentrata" ma, "non confinata"!
Questo "pattern di distribuzione geografica" potrebbe suggerire una probabile "contaminazione a monte della catena di distribuzione", piuttosto che contaminazioni puntuali nei singoli punti vendita. Da quanto leggo, sono coinvolti di numerosi punti vendita e, ciò supporterebbe l'ipotesi che la contaminazione sia avvenuta prima che gli ingredienti fossero distribuiti ai ristoranti.
L'impatto clinico dell'epidemia è particolarmente severo, con 10 ospedalizzazioni (20,4% dei casi), incluso un caso pediatrico che ha sviluppato la sindrome emolitico-uremica (SEU) e un decesso registrato in un paziente anziano in Colorado.
Escherichia coli è un batterio comunemente presente nell'intestino umano e animale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK507845/). La maggior parte delle sue varianti è innocua o addirittura benefica, ma il ceppo O157:H7 è noto per la sua elevata virulenza (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3645889/). Questo ceppo produce la Shiga-tossina, responsabile di gravi sintomi come crampi addominali e diarrea emorragica (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3367638/). In alcuni casi, l'infezione può portare a complicazioni severe, come l'insufficienza renale attraverso la sindrome emolitico-uremica (HUS) (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK507845/).
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), i sintomi dell'infezione da E. coli O157 includono crampi addominali severi, diarrea spesso ematica e febbre (https://www.cdc.gov/ecoli/). Mentre la maggior parte dei pazienti si riprende entro una settimana, una percentuale compresa tra il 5% e il 10% può sviluppare HUS, che può portare a insufficienza renale e morte, soprattutto in bambini piccoli e anziani.
Gli epidemiologi del CDC hanno rilevato che tutti i pazienti colpiti avevano consumato hamburger Quarter Pounder prima di ammalarsi, suggerendo una chiara associazione tra il prodotto e l'insorgenza della malattia (CDC, 2024) (https://www.cdc.gov/media/releases/2024/m1022-ecoli-outbreak.html). In totale, sono stati segnalati 49 casi di infezione da E. coli in dieci stati, con un decesso confermato in Colorado (New York Times, 2024) (https://www.nytimes.com/2024/10/22/health/ecoli-outbreak-mcdonalds-hamburgers.html). La maggior parte dei malati ha indicato di aver mangiato hamburger Quarter Pounder da McDonald's, e gli investigatori stanno cercando di identificare l'ingrediente specifico contaminato (DW, 2024) (https://www.dw.com/en/us-e-coli-outbreak-linked-to-mcdonalds-burgers/a-70572285).
Le indagini preliminari hanno indicato due possibili fonti di contaminazione:
- Cipolle a Fette (Slivered Onions): Utilizzate nei "Quarter Pounders", queste cipolle proverrebbero da, quanto ho letto, da un singolo fornitore. E. coli O157 può sopravvivere in ambienti acquatici per periodi prolungati, aumentando il rischio di contaminazione di fonti idriche utilizzate per l'irrigazione. La contaminazione potrebbe essere avvenuta in campo, attraverso l'uso di acqua irrigua contaminata o fertilizzanti organici non adeguatamente trattati. Un aspetto infatti spesso trascurato è la capacità di E. coli O157 di internalizzarsi nei tessuti vegetali, sfuggendo ai lavaggi superficiali e rendendo difficile la decontaminazione se consumato crudo.
- Polpette di Carne Bovina Fresca: Durante la macellazione e la lavorazione, la carne potrebbe essere stata contaminata attraverso il contatto con materiale fecale. La carne macinata rappresenta un rischio maggiore poiché la contaminazione superficiale viene distribuita in tutto il prodotto. Eventuali batteri presenti sulla superficie potrebbero venire distribuiti uniformemente in tutto il prodotto, aumentando il rischio se non viene cotto adeguatamente.
E. coli O157 può sopravvivere in ambienti ostili, inclusi i processi di refrigerazione e, in alcuni casi, di lieve riscaldamento, il che richiede una revisione delle procedure standard di sicurezza alimentare (PubMed, 1998) (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9766073/).
E. coli O157 può formare biofilm sulle superfici di lavorazione, rendendo ancora più difficile l'eliminazione del patogeno con le normali procedure di pulizia. Inoltre, bastano poche decine di cellule di E. coli O157 per causare infezione, rendendo la contaminazione crociata un pericolo reale anche con quantità minime di batteri (CDC, 2024) (https://www.cdc.gov/ecoli/hcp/guidance/index.html). Rendendo la famosa“contaminazione “crociata", "cross contamination" per gli amici,, un pericolo reale anche con quantità minime di batteri.
In risposta all'epidemia, McDonald's ha temporaneamente sospeso la vendita dei Quarter Pounders nelle aree colpite e ha interrotto l'uso di cipolle a fette e carne di manzo fresca.
Il CDC, insieme alla Food and Drug Administration (FDA) e al Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), sta collaborando per monitorare l'epidemia, identificare la fonte esatta della contaminazione e prevenire ulteriori casi.
Le autorità sanitarie hanno emesso raccomandazioni specifiche per i consumatori, esortando chiunque abbia consumato un Quarter Pounder e manifesti sintomi a consultare immediatamente un medico.
Sono in corso ispezioni nei siti di produzione e distribuzione, con analisi microbiologiche approfondite per tracciare il percorso del patogeno.
L'aspetto più rilevante dal punto di vista microbiologico è l'apparente capacità del patogeno di sopravvivere in una catena del freddo "presumibilmente" ben controllata.Questo potrebbe suggerre:
• una possibile evoluzione nella resistenza del ceppo;
• punti critici non ben identificati nella catena di preparazione.
• la necessità di rivalutare i protocolli HACCP per le preparazioni "fresh"
A differenza di precedenti focolai di E. coli O157, questo caso presenta alcune caratteristiche distintive:
• tasso di ospedalizzazione relativamente alto (20,4%);
• rapidità nella manifestazione dei sintomi;
• alta percentuale di casi con complicanze severe.
Un aspetto metodologicamente interessante è la rapidità con cui è stato possibile tracciare la fonte della contaminazione, suggerendo un miglioramento nei sistemi di sorveglianza epidemiologica e nelle tecniche di tipizzazione molecolare. La diagnosi tempestiva di infezioni da E. coli O157 è fondamentale per il trattamento dei pazienti e per il contenimento delle epidemie. Tuttavia, non tutti i laboratori sono equipaggiati per identificare specificamente questo ceppo (CDC, 2024) (https://www.cdc.gov/ecoli/hcp/guidance/index.html).
La prevenzione delle infezioni da E. coli O157 richiede uno "sforzo concertato" che coinvolga produttori, distributori, autorità sanitarie e consumatori.
L'educazione del consumatore e degli addetti ai lavori sulla corretta manipolazione e cottura degli alimenti è sempre fondamentale. Ma non basta: Siamo, sempre qui: l'implementazione di sistemi di gestione della sicurezza alimentare basati su analisi dei rischi, come l'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), è essenziale in tutte le fasi della produzione alimentare. Facile da scrivere ma difficile da farsi!
Appare quindi chiaro di come E. coli O157 continui a rappresentare una minaccia significativa per la salute pubblica. La sua capacità di adattamento e la complessità delle moderne catene alimentari richiedono una vigilanza costante e un approccio multidisciplinare. La collaborazione tra enti governativi, comunità scientifica e industria alimentare è sempre più fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e controllo.
Per ora è tutto!