Ciao e benvenuto,
scrivi che attualmente lavori come tecnico in ricerca e sviluppo per un'azienda di distribuzione. Dalle tue parole emerge che non ti senti soddisfatta del lavoro. E' sempre difficile dare consigli agli altri e, tanto più, su questioni così complesse e delicate. Quello che mi sento di scriverti non sono consigli ma, domande, a cui, io per primo, devo cercare di dare risposte. Volendo tralasciare l'aspetto economico proviamo a rifilettere su cosa realmente ci appassiona e che "proviamo piacere nel fare". Un mio amico direbbe "quella cosa che ci fa battere il cuore dalla parte giusta".
Sia chiaro, ogni lavoro ha, al contempo, aspetti positivi e, dall'altra "faccia della moneta", qualcosa di negativo che odiamo . Sono ovvietà? Puo darsi ...ma io spesso le trascuro.
Volendo lasciare spostare l'ago magnetico della bussola verso altri punti cardinali cerco di pormi alcune domande. Cosa mi appassiona veramente? L'ambito "alimentare" è vastissimo si va dalla ricerca e sviluppo, al marketing, alla microbiologia, al laboratorio microbiologico, chimico, al marketing, all'etichettatura, alla nutrizione, alle figure professionali che vanno dal direttore di stabilimento fino al responsabile ufficio acquisti e tanti altri ambiti e nicchie di mercato che ora mi sfuggono e/o che si andranno a concretizzare e consolidare da qui ai prossimi anni. E' verissimo, l'aspetto economico è rilevante, tanto più di questi tempi così in divenire. E' giusto partire da una solidità, anche minima, di sostentamento per poter poi, in seguito, cominciare a ragionare e guardarci intorno. Spesso, alcuni lavori e competenze ci serviranno come base per apprendere, fare esperienze lavorative e di vita che, se sfruttate, e imparate, andranno a riempire la "nostra cassetta degli attrezzi della vita". Quello che Steve Jobs definì "unire i puntini".Riordandomi che "il più grande errore è quello di non imparare dall'errore".