BRC: produzione di vegetali grigliati e conditi - sottovuoto

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Oggetto:

Salve a tutti, sono nuova del forum e colgo l'occasione per congratularmi con l'ideatore ed i partecipanti.

Sono da poco consulente di un'azienda in fase di certificazione BRC, l'azienda produce vegetali grigliati, conditi e confezionati sottovuoto in vaschette. Ora ho una serie di dubbi sia a livello strutturale che di processo, spero qualcuno possa essermi di aiuto.

1. grigliatura, riempimento vaschette e termosaldatura con creazione vuoto avvengono in un'unica area produttiva; la mia domanda è: le griglie e quindi la grigliatura deve avvenire in un'area separata dal confezionamento per rispondere agli standard BRC? Premetto che il lavaggio dei vegetali crudi avviene in un area a parte e che il prodotto finito non prevede pastorizazione.

2. la linea di produzione non prevede un metal detector per rilevare i corpi estranei. E' obbligatorio acquistarne uno ai fini certificativi? Possono essere sufficienti delle schede di registrazione controllo coltelli e utensili vari, all'inizio e fine produzione?

3. all'azienda è stato consigliato di acquistare un termometro certificato per il controllo temperatura sulle griglie. A mio parere non ne vedo la necessità, può darsi che mi sbagli, qualcuno può darmi delucidazioni anche su questo?

Ringrazio anticipatamente chiunque possa aiutarmi.


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Oggetto: BRC: produzione di vegetali grigliati e conditi - sottovuoto
provaprovaprovaprovaprova

Oggetto:

Ciao GioPic,

premetto che non sono del tuo settore, ma è un po' che seguo lo standard BRC e secondo la mia opinione devi fare tuoi i requisiti dello standard, nel senso che quello che dicono te lo devi cucire addosso e non prenderlo come Legge.

Personalmente ho affrontato i vari requisiti con spirito critico, basandomi su analisi dei rischi di pericoli che possono presentarsi all'interno della mia azienda perchè, ad esempio, se dalla mia esperienza, documentata da assenza di NC e dalla validazione di processi, non ho il rischio che un problema si presenti perchè affrontarlo come se dovesse succedere?

Mi spiego meglio: è obbligatorio il metal detector? NO (vedi il requisito 4.10.3.1)

 4.10.3.1

Devono essere utilizzati strumenti di rilevazione dei metalli, salvo che la valutazione del rischio dimostri che detti strumenti non sono in grado di migliorare la protezione dei prodotti dalla contaminazione da metalli. Qualora non siano utilizzati metal detector, deve esserne documentata la giustificazione. Il mancato utilizzo di dispositivi quali metal detector è generalmente motivato dall’utilizzo di altri e più efficaci metodi di protezione (per esempio uso di raggi X, setacci a maglie strette o filtraggio dei prodotti).

Se nella mia azienda il rischio da contaminazione da metalli lo tengo sotto controllo con procedure standardizzate e processi validati dimostrando che sono efficienti, non vedo perchè dovrei mettere un controllo in più.

Il mio consiglio è quello di motivare e dimostrare in modo oggettivo le scelte fatte, perchè sei tu quella che lavora tutti i giorni a diretto contatto con tali rischi e li gestisci per prevenire il problema.

Per le altre due questioni: 

1. la preparazione ed il confezionamento del prodotto, dal mio punto di vista, può avvenire nello stesso luogo; purchè tu prenda in considerazione tutti i rischi del caso (analisi dei rischi sempre e comunque)

3. la temperatura delle griglie è il monitoraggio di un CCP?! Se fosse così, la misurazione dev'essere oggettiva per cui il tuo termometro deve funzionare bene. Io in azienda ho in dotazione numerosi termometri e li controllo semestrarlmente verificando il loro corretto funzionamento alle temperature di mio interesse, confrontando i valori registrati con quelli misurati da un termometro campione che tengo in ufficio e di cui mantengo il certificato di conformità.

Spero di averti chiarito un po' le idee.

Attendo un tuo riscontro e l'opinione di altri utenti.

pi.esse


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Oggetto:

Ciao pi.esse,

ti ringrazio per le tue preziose osservazioni. Mi saranno sicuramente utili.

Per il momento l'azienda sta rivalutando se fare o meno la certificazione e quindi anche il mio lavoro è sospeso. Avrai un mio riscontro se il tutto andrà avanti.

GioPic


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Oggetto:

Ciao pi.esse,

condivido pienamente le tue osservazioni in merito agli standards, nel caso BRC...

Il fatto è che le normative volontarie fissano gli obiettivi da raggiungere, ma non indicano (quasi mai) i mezzi e/o le metodiche da utlizzare per il loro raggiungimento (scusa il gioco di parole).

Che ne pensi della mia affermazione?

Saluti

by marco896


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Oggetto:

Ciao marco896,

sono d'accordo con quanto affermi e confermo quel "quasi mai".

Secondo me è positivo per un'azienda avere la possibilità di interpretare a proprio modo i requisiti richiesti dallo standard, ma anche dalla normativa cogente... Il "bello" di una certificazione volontaria è che un requisito richiesto dalla Norma può essere interpretato e affrontato con delle giustificazioni appropriate (es. metal detector, ma anche Food Defence che adesso va molto di moda ed è diventata un requisito per IFS).

Ricollegandomi alla discussione avviata da Giopic, curiosando su internet ho trovato questa pagina davvero interessante riguardante l'installazione di un metal detector giustificata con l'utilizzo di un albero delle decisioni (come previsto dalla metodologia HACCP): Metal Detector e albero delle decisioni.

Buona giornata!

pi.esse


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Parole chiave (versione beta)

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