ciao Marco e ancora grazie per la risposta.
Forse però non ho esposto chiaramente il problema:
1.una legge regionale ( del Veneto) indica una frequenza almeno quindicinale per il controllo delle aflatossine nel latte di massa di ciascun raccoglitore
2. se hanno imposto una frequenza vuol dire ( secondo me) che il pericolo aflatossine è ritenuto essere sotto controllo se il caseificio rispetta questa frequenza, altrimenti, se io fossi in colui che ha scritto questa normativa , darei disposizioni affinchè il controllo sia effettuato per ogni scarico.
3. se io rispetto questa frequenza quindicinale e ottengo risultati ovviamente conformi, vuol dire che il pericolo è sotto controllo: perchè devo aumentare la frequenza se non mi viene imposto?
4.il pericolo aflatossine è un CCP anche se io non controllo il latte ad ogni scarico ma lo faccio con la frequenza che mi è imposta: infatti non esiste una fase successiva che lo riduca o lo elimini, come detto.
5. il pericolo aflatossine non è equiparato ad un pericolo come può essere un agente patogeno che rimane nel latte ( esempio listeria, se la pastorizzazione ( che è un CCP) non è sotto controllo). Non causa un immediata malattia come appunto i patogeni, ma causa malattia ( cancro) nel lungo periodo se l'assunzione quindi si protrae nel tempo in concentrazioni alte. il controllo quindicinale quindi potrebbe essere sufficiente, come appunto è imposto.
la domanda finale è quindi questa: posso considerare il pericolo aflatossine come un CCP se controllo il latte ogni 15 gg e quindi con la frequenza indicatomi dalla normativa?