Dal mio punto di vista direi che il dubbio non dovresti nemmeno avercelo. Nel primo caso (STA) dopo la laurea specialistica hai la possibilità di fare l'esame di stato e di iscriverti all'albo diventando a tutti gli effetti tecnologo alimentare; mentre nel secondo caso (SANU) rischi di diventare una figura ibrida.. nè tecnologo, nè nutrizionista (per capire il motivo leggiti la mia risposta qua). Valuta bene però, anche in base alle tue preferenze. Se ti piace il campo della nutrizione e riesci a trovare un'azienda che ha bisogno ad esempio per la R&S di una figura con specifiche competenze fornite da SANU, potrebbe essere una valida scelta.. anche se in Italia, che facciano reale R&S sono veramente poche aziende. Per rispondere alla seconda parte della tua domanda, gli sbocchi lavorativi li trovi nel piano di studi del corso di laurea. Ti copio qui sotto quello dell'università di Milano:
Secondo la Classificazione delle Professioni proposte dall’ISTAT (2001) gli sbocchi professionali più pertinenti sono quelli indicati come professioni specialistiche nelle scienze della salute e della vita (codice ISTAT 2.3) e della formazione, della ricerca ed assimilati (codice ISTAT 2.6) 3.4.2.
A titolo d’esempio, rientrano nelle competenze del laureato:
a) lo studio e la formulazione di alimenti nuovi con specifiche proprietà nutrizionali e/o salutistiche;
b) la gestione dell’etichettatura e delle informazioni nutrizionali;
c) la preparazione della documentazione e la gestione delle richieste di “claims” nutrizionali e salutistici;
d) la progettazione e l’implementazione di sistemi integrati di gestione per la qualità;
e) la valutazione della qualità e della sicurezza degli alimenti e della loro idoneità per il consumo umano;
f) l’impostazione e la gestione di programmi di educazione alimentare rivolti alla popolazione generale o a specifici gruppi;
g) la collaborazione a indagini sui consumi alimentari e a programmi di sorveglianza nutrizionale;
h) le ricerche di mercato e le relative attività in relazione alla produzione alimentare;
i) la ricerca e lo sviluppo nel settore dell’alimentazione umana;
l) la formazione degli operatori del settore agro-alimentare nel settore della qualità e sicurezza;
m) l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado delle materie tecnico-scientifiche concernenti il settore alimentare
Come vedi non abilita assolutamente alla professione di nutrizionista, che spetta di diritto solamente ai laureati in Medicina e Chirurgia che si siano specializzati.