Che dire.. su un argomento del genere si potrebbero scrivere dei libri. Potremmo iniziare dicendo che l'intolleranza al lattosio non è un allergia (non determina infatti una reazione immunitaria da parte dell'organismo), come molti erronemanete credono. Si tratta di una carenza, indotta da un determinato stile di vita (che poi vedremo), dell'enzima deputato alla scissione del lattosio nei suoi 2 monosaccaridi costitutivi: glucosio e galattosio.
L'enzima in questione è la lattasi e la sua carenza determina il non assorbimento (parziale o anche totale) del lattosio, che pertanto giunge integro nell'intestino crasso dove viene metabolizzato dalla flora microbica autoctona con la relativa produzione di metaboliti secondari e gas. Quest'ultima è la principale causa scatenante della sintomatologia che tutti gli intolleranti ben conoscono (diarrea, dolori addominali, spossatezza, etc).
Il mio professore di "Alimentazione e Nutrizione Umana" era solito ricordare a noi studenti che, non trattandosi di allergia, l'intolleranza al lattosio è reversibile; cioè possiamo lentamente riabituare l'organismo all'assunzione del lattosio. Il metodo è molto semplice, ma richiede tempo e costanza: si procede reintroducendo il latte nella nostra dieta in dosi via via crescenti.
Si parte con una quantità modestissima di latte (ad esempio l'equivalente di un cucchiaino da caffè) meglio se all'inizio del weekend.. di modo che, in caso di problemi, il caro e vecchio amico bagno ci sia di sostegno.. ;-)
Si prosegue per diversi giorni con questo dosaggio e si controlla la sintomatologia. Se non si hanno effetti conclamati si rincara leggermente la dose (es. due cucchiaini di latte) per altrettanti giorni; e così via fino ad arrivare alla completa "riabilitazione".
Sebbene possa sembrare un pò empirica, si tratta comunque di una metodologia che poggia su solide basi scientifiche: salvo rari casi di origine genetica oppure infettiva (danneggiamento della mucosa intestinale), la lattasi è un enzima naturalmente presente nelle cellule dell'intestino tenue dei neonati, che, soltanto a seguito della differenziazione della dieta da parte dell'individuo (con l'inizio dell'assunzione di altri alimenti come i vegetali, la carne, i formaggi, etc) viene ridotto in modo tanto maggiore quanto minore è il consumo di latte.
Il suggerimento è comunque sempre quello di non intraprendere iniziative da soli, ma di rivolgersi ad un medico specialista che valuterà come procedere, le tempistiche, i dosaggi,...
Per ora è tutto!! ;-)
A presto!
Giulio