Si scusami, forse nella fretta non mi sono spiegato al massimo. Cerco questa volta di essere più discorsivo per chiarire il mio pensiero.
Partiamo dal presupposto che l'analisi dei pericoli deve essere sempre fatta ed è il primo step. Successivamente cerchiamo di ragionare sul prodotto. Lavoriamo in uno stabilimento che produce sott'oli (verdura e frutta) privi di allergeni se non sedano. Sporadicamente ha delle lavorazioni di pesto o peperoncini ripieni con pesce, oppure prodotti a base di latte, con essenza di senape ecc. La mia perplessità è che se in un'azienda vengono utilizzati tutti gli allergeni previsti dalla normativa, non posso mettere su un prodotto che non li contiene "può contenere tracce di ..." di seguito indico tutti gli allergeni di questa terra.
Il presupposto deve essere che un'azienda deve dapprima garantire la non contaminazione crociata. Se poi in etichetta leggo può contenere tracce di tutti gli allergeni del mondo, l'azienda mi dà l'idea che il piano di autocontrollo non lo rispetti al massimo. E' ovvio che il rischio zero non esiste, ma dal rischio zero a tutelarsi in questo modo ce ne passa.
inoltre, ammettiamo il caso in cui un prodotto alimentare non contiene l'allergene tra l'elenco degli ingredienti, ma c'è scritto "può contenere tracce di tale allergene" e un allergico lo mangia stando male, non credo che l'azienda sia esente da colpe. Serve magari solo a scoraggiare l'acquisto.