Come già accennato precedentemente, l'acronimo GDO sta per Grande Distribuzione Organizzata.
Essa ha acquisito negli ultimi anni grande importanza e credibilità anche in Italia. Basti pensare
ai prodotti a Marca Commerciale, detti anche Private Label (cioè tutti quei prodotti
recanti marchio di proprietà del distributore la cui fabbricazione è affidata ad Imprese
Industriali), che hanno cessato di essere visti come dei prodotti di fascia economica (competitivi
cioè solo sulla base del prezzo). Oggi, molti prodotti a "marca commerciale" non possono più essere
considerati dei semplici "follower", ma dei veri "leader" di mercato. Si è passati cioè dal ruolo di
semplici imitazioni (o "me too", all'inseguimento cioè dell'altrui innovazione e qualità) a prodotti
studiati ed imitati.
Occorre, tuttavia, tenere presente che i prodotti Leader sono considerati tali anche sulla base della quota di mercato occupata, del fatturato e dei volumi di vendita, ne consegue che il grande potere della GDO nei confronti delle tradizionali Imprese Alimentari abbia influito in questo senso. I prodotti a risentire maggiormente della competizione delle Private Label sono soprattutto quelli di fascia media, che hanno a disposizione budget inferiori per la promozione, l'innovazione e soprattutto per il "placement" (=posizionamento) sullo scaffale dei punti vendita della GDO.
I vantaggi dell'introduzione della Private Label per la GDO sono molteplici: maggiore integrazione verticale, garantendo perciò una minore dipendenza dalle imprese industriali e conseguenti migliori condizioni economiche; maggiore redditività rispetto ai prodotti industriali; fidelizzazione del consumatore all'insegna commerciale di riferimento; maggiore capacità di differenziazione rispetto alle altre insegne e migliore capacità di adattare il prodotto alle esigenze dei clienti. A tutto questo si associa però una maggiore esposizione da parte della GDO verso i clienti; questo determina la necessità di oneri maggiori in promozione, ricerca e sviluppo (R&D), oltre che logicamente la necessità di maggiori garanzie da parte dei produttori per conto della GDO.
Nasce così l'esigenza di standard comuni. Per far fronte a questo problema vengono introdotti delle certificazioni che sono richieste dalla GDO ai produttori di prodotti a marchio commerciale. Un esempio di queste certificazioni sono ad esempio la BRC (British Retail Consortium); IFS (International Food Standard); etc.
Alla prossima!
Giulio
Occorre, tuttavia, tenere presente che i prodotti Leader sono considerati tali anche sulla base della quota di mercato occupata, del fatturato e dei volumi di vendita, ne consegue che il grande potere della GDO nei confronti delle tradizionali Imprese Alimentari abbia influito in questo senso. I prodotti a risentire maggiormente della competizione delle Private Label sono soprattutto quelli di fascia media, che hanno a disposizione budget inferiori per la promozione, l'innovazione e soprattutto per il "placement" (=posizionamento) sullo scaffale dei punti vendita della GDO.
I vantaggi dell'introduzione della Private Label per la GDO sono molteplici: maggiore integrazione verticale, garantendo perciò una minore dipendenza dalle imprese industriali e conseguenti migliori condizioni economiche; maggiore redditività rispetto ai prodotti industriali; fidelizzazione del consumatore all'insegna commerciale di riferimento; maggiore capacità di differenziazione rispetto alle altre insegne e migliore capacità di adattare il prodotto alle esigenze dei clienti. A tutto questo si associa però una maggiore esposizione da parte della GDO verso i clienti; questo determina la necessità di oneri maggiori in promozione, ricerca e sviluppo (R&D), oltre che logicamente la necessità di maggiori garanzie da parte dei produttori per conto della GDO.
Nasce così l'esigenza di standard comuni. Per far fronte a questo problema vengono introdotti delle certificazioni che sono richieste dalla GDO ai produttori di prodotti a marchio commerciale. Un esempio di queste certificazioni sono ad esempio la BRC (British Retail Consortium); IFS (International Food Standard); etc.
Alla prossima!
Giulio