Negli ultimi anni si è assistito a importanti focolai di listeriosi.
Sebbene di solito la malattia possa essere curata con successo, a volte può risultare fatale; più spesso nelle donne in gravidanza o individui più vulnerabili. Tuttavia, anche quando il trattamento è efficace, i sintomi sono tutt'altro che piacevoli e includono febbre e dolori muscolari, così come diarrea e altri sintomi gastrointestinali.
L’aforisma “prevenire è meglio che curare” non è mai stato così azzeccato…
L'agente eziologico è caratterizzato da elevate resistenza ed adattabilità, nonché dalla capacità di replicazione anche alle basse temperature (+4°C). E' capace di sopravvivenza nei prodotti lattiero-caseari, nei prodotti alimentari ad elevata freschezza “ready to eat”, nei biofilm che si formano sulle superfici delle industrie alimentari in genere.
Per la prevenzione della listeriosi, basata sulla distruzione dell’agente eziologico, sono utilizzati un certo numero di disinfettanti, composti di ammonio quaternario, come generalmente il Cloruro di Benzalconio (BC).
Purtroppo, molti ceppi di Listeria monocytogenes sembrano sviluppare resistenza anche a questi agenti, per meccanismi non ancora del tutto compresi.
Il gruppo Stephan Schmitz-Esser dell’Istituto per l’Igiene del Latte dell'Università di Medicina Veterinaria di Vienna ha fornito prove efficaci che in questo meccanismo sia coinvolta una nuova porzione di DNA di tale batterio. I dettagli sono consultabili direttamente nell'articolo Tn6188 - A Novel Transposon in Listeria monocytogenes Responsible for Tolerance to Benzalkonium Chloride - A. Müller, K. Rychli, M. Muhterem-Uyar, A. Zaiser, B. Stessl, et al. (2013)
Nel caso sia di vostro interesse, se ne potrebbe discutere...
A presto!
by marco896