Data la recente comunicazione da parte dell'Ordine dei Tecnologi Alimentari, che presumo molti di voi abbiano ricevuto, contenente la richiesta di segnalare entro il 29/11/2009 il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC), tenterò nel mio piccolo di fare un pò di chiarezza sul discorso.
Vi riassumo quanto ho avuto modo di apprendere in giro per il web. Secondo giuristi esperti in campo IT (si legge "Information Technology" :-P ), il summenzionato comma 6 del D.L. 185/2008, pur nella sua genericità, lascia spazio a tecnologie alternative alla PEC.
Facciamo, però, un piccolo passo indietro cercando di capire in cosa consista la tecnologia PEC, per poter meglio comprendere le possibili alternative ad essa.
In estrema sintesi, potremmo definire la PEC come un particolare account di posta elettronica che consente al suo utilizzatore di inviare e-mail aventi a tutti gli effetti valenza legale; esattamente come avvine per una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Per conoscere nei dettagli il funzionamento, che reputo molto interessante, ma che esula dalle tematiche trattate in questo forum, vi rimando ai siti specializzati sull'argomento. Noi, da profani, ci limiteremo agli aspetti più pratici.
Rispetto ai metodi tradizionali, la PEC presenta molteplici vantaggi: innanzitutto la praticità e l'immediatezza (trattasi pur sempre di un'e-mail); la disponibilità pressochè continua (24/24, 7/7, 365/365... basta essere in possesso di pc collegato ad internet), i costi contenuti (vi sono offerte a partire da 5€/anno "flat"); la certezza del mittente (cosa che, si badi bene, non era possibile con altri strumenti, quali ad esempio la raccomandata); ma soprattutto la possibilità di certificare il contenuto della mail.
Vi sono, però, anche degli svantaggi (e non da poco!): primo fra tutti, la PEC è uno standard tutto italiano e quindi non garantisce interoperabilità con gli analoghi sistemi internazionali; necessita, inoltre, della creazione di uno specifico accout di posta elettronica (ossia non può essere appoggiata su un tradizionale indirizzo e-mail, già in possesso dell'utente).
Un'alternativa è costituita dal protocollo S/MIME (acronimo per Secure Multipurpose Internet Mail Extensions) che, prima di tutto, gode di un riconoscimento internazionale; in secondo luogo non necessita di uno specifico account e-mail (può essere tranquillamente utilizzato con un comunissimo indirizzo e-mail preesistente), con tutti i benefici che ciò comporta; infine, è fornito da alcune compagnie anche a titolo gratuito (purchè non venga impiegato per scopi commerciali!!), e quest'ultimo direi che è un grande aiuto per tutti coloro che sono iscritti (o che desiderino irciversi) all'albo e che però non esercitano la professione per i più svariati motivi (neo-laureati, dottorandi PhD, disoccupati, inoccupati, etc).
L'S/MIME si basa su un certificato personale, rilasciato da una Certification Authority (CA), che accompagna le proprie e-mail e che consente di firmarle digitalmente ( = certezza del mittente), oltre che di criptarne il contenuto ( = integrità e sicurezza del contenuto).
Presto, tempo permettendo, vi aggiornerò con maggiori dettagli (come procurarsi un certificato s/mime, come utilizzarlo, etc. ), nel frattempo, auspico che qualche altro utente possa portarci le proprie esperienze.
Carlo, senza scendere troppo nel tecnico, se riesci a darci qualche delucidazione in più, te ne saremo grati!! ^__^Un salutone a tutti!!
Giulio