Ciao,
personale opinione da "vecchio": tutte queste "nuove" lauree stanno creando gran confusione, proponendo specializzazioni di cui non c'è richiesta. Era molto meglio prima. Anzi, il 3+2 avrebbe potuto essere strutturato in maniera diversa, al contrario della tua esperienza: 3 anni "generici" come tecnologo e 2 anni specialistici nel " scienze, culture e politiche gastronomiche per il benessere" nel tuo caso.
Capisco il tuo spiazzamento.
Se non sei convinto di quello che stai facendo o se noi hai già uno sbocco garantito da conoscenze, io ti consiglierei di fare gli esami in più e passare a Scienze e tecnologie alimentari che ti offre un titolo più spendibile, la possibilità di iscriverti all'albo etc.
Però voglio anche darti una speranza: io NON sono tecnologo alimentare. Sono biotecnologo, finito nell'alimentare tramite un corso extrauniversitario e poi con un lavoro iniziale (sempre nell'alimentare) in cui cercavano una figura uscita da corsi "scientifici" (senza particolare specializzazione).
Figure junior, magari come CQ di linea in aziende che lavorano h24 tutto sommato si trovano se vuoi lavorare nell'industria alimentare. Un inizio potrebbe anche essere come tecnico di laboratorio in laboratori che eseguono analisi su alimenti o stage in studi di consulenza settoriali.
Concludendo, il mio consiglio: se hai chiaro cosa vuoi fare, adattati a (qualche) stage non retribuiti. Se non sai cosa fare, prendi tutto quello che passa che fa sempre bene.