Buongiorno a Lei,
personalmente ritengo che intorno all'argomento "madre" ci sia veramente troppa confusione: interpretazioni fantasiose e moltissimi fraintendimenti (voluti o casuali non entro in merito!) sfruttati solamente a vantaggio delle aziende e a danno di tutti coloro i quali usufruiscono dei loro prodotti.
Far rientrare la madre nel campo dei coadiuvanti tecnologici vuol dire cercare di farla rientrare in un settore ancora più caotico dove tutto è "legalmente" lecito e consentito. Dietro alle parole coadiuvanti tecnologici si nascondono spesso additivi e sostanze che dovrebbere essere tutte dichiarate in etichetta ma, grazie a questo espediente legale, tutto è lecito e l'etichetta resta ingannevolmente "bianchissima", come un lenzuolo appena candeggiato.
Per esempio, ricollegandomi ad un mio recente articolo intitolato La funzione degli Additivi nelle Farine, segnalo il caso delle "semplici" farine: sui sacchi da 25 kg o sacchetti da 1 kg, che dir si voglia, non compare mai nulla, solo la dicitura merceologica e invece...? Tantissime sostanze possono essere aggiunte come additivi volontari, fatti passare come coadiuvanti tecnologici e non essere in alcun modo dichiarate in etichetta. Farine acquistate all'estero, (nessuna legge di tracciabilitä per il frumento!) magari di pessima qualità reologica, che sono semplicemte "costruite" artificialmente in laboratorio.
Il consumatore e gli operatori del settore hanno utilizzato e utilizzano tutt'ora farina additivata, grazie ad espedienti piü o meno leciti, pensando si tratti esclusivamente di farina bianca ed invece...
Per fortuna non tutti i mugnai si comportano cosi!
A mio modesto parere, piuttosto che inserire la "madre" in un altro calderone più caotico, nebuloso dell'attuale stato, dove tutto è legalmente lecito, cercherei di farle ottenere un riconoscimento legislativo ad hoc come penso si meriti.
Un saluto cordiale.