Ciao Manuela,
l'utilizzo della cucina della propria abitazione rappresenta ancor oggi oggetto di discussione e di continue interpretazioni. Come suggerito da Antonio rivolgiti alla ASL territorialmente competente.
Non essendo aggiornato sull'argomento (non per mia volontà, la gran parte dei tecnici delle AASSLL sono costretti ad aggiornarsi a titolo personale e di tasca prorpia), provo a lasciarti del materiale che spero possa esserti utile:
- gli OSA fanno riferimento all'Allegato II Cap. III del Regolamento (CE) 852/04 "REQUISITI APPLICABILI ..omissis... AI LOCALI UTILIZZATI PRINCIPALMENTE COME ABITAZIONE PRIVATA MA DOVE GLI ALIMENTI SONO REGOLARMENTE PREPARATI PER ESSERE COMMERCIALIZZATI ..omissis";
- il Ministero della Salute, su richiesta di Enti, ha rilasciato una circolare/nota sull'argomento (credo nell 2012 o 2013, ma su internet non l'ho mai trovata);
- la Direzione della Sanità della Regione Piemone ha inviato ai propri uffici una nota sull'argomento: LINK: http://confcommerciovco.it/?page=4157&idDettaglio=12694
Se non hanno cambiato linea di pensiero è possibile utilizzare la cucina di casa SOLO per preparare alimenti destinati alla COMMERCIALIZZAZIONE (es: smielatura-confezionamento-etichettatura).
Non è consentito produrre alimenti che soggiaciono al Regolamento (CE) 853/04 ne è possibile somministrare alcun tipo di alimento (eccetto le attività agrituristiche disciplinate da normative di settore) .
Non fare però troppo affidamento agli spunti che ti ho dato, sia perchè non conosco lo stato dell'arte, ne la situazione realmente presente lungo lo stivale italico.