Ciao, che piacere sentirti...
sul sito della "Food Safety Authority of Ireland" si chiarisce come gli additivi alimentari possano essere "gestiti" all'interno di prodotti finiti quando provengono da ingredienti che li contengono.
La presenza di un additivo alimentare in un prodotto finito "può derivare dall'utilizzo di ingredienti che lo contengono", a condizione che, il livello di tale additivo, non superi il limite massimo consentito (la quantità di quell'additivo presente nel prodotto finito deve rimanere entro i limiti legislativi previsti per tale uso) e che, quest'ultimo, non svolga una significativa funzione tecnologica nell'alimento finale.
Se l'additivo continua a svolgere una funzione nel prodotto finito, dovrà essere dichiarato sull'etichetta, indipendentemente dalla sua origine.
Questo è conosciuto come il principio del "carry-over"..
Esempio: L'uso di sorbati in una purea di frutta che viene poi aggiunta a uno yogurt. Se il livello di sorbati nella purea di frutta "non supera il massimo consentito per la purea e per lo yogurt" e, tali sorbat,i non svolgono una funzione tecnologica significativa nello yogurt , allora si applica il principio di "carry-over" e, non sarà pertanto, necessario elencare i sorbati come additivi sull'etichetta dello yogurt.
Questo principio asscura che, gli additivi usati negli ingredienti e presenti nel prodotto finale, non necessitano di essere elencati sull'etichetta a meno che non abbiano una funzione tecnologica rilevante nel prodotto finale.
Quando il "carry-over" NON si applica?
- l'additivo supera la quantità massima consentita per l'ingrediente specifico;
- l'additivo svolge una funzione tecnologica significativa nel prodotto finito
Occorre, però, secondo me, precisare che "Se gli additivi presenti nelle materie prime rimangono nel prodotto finito sotto forma di "residui evidenti", la loro presenza dovrà essere segnalata nell'etichetta del prodotto finito, a prescindere dalla funzione svolta..." Spiego meglio il mio ragionamento con un esempio: "Immaginiamo di produrre biscotti impiegando una purea di frutta che contiene un conservante come il sorbato di potassio. Il sorbato di potassio è stato aggiunto alla purea di frutta per preservarne la freschezza prima che venisse incorporata nell'impasto dei biscotti. Dopo la cottura dei nostri biscotti, se le analsi rivelassero ancora "residui evidenti" di sorbato di potassio nel prodotto finito, anche se, in quantità minore rispetto alla purea di frutta originale, andranno indicati in etochetta". Resta da capire cosa si possa intendere con "residui evidenti"...