Ringrazio innanzitutto Giulio per aver accettato la mia proposta: non posso che augurarle il successo che merita e ciò sarà possibile solo col contributo di tutti.
Per quanto riguarda le segnalazioni, mi permetto una raccomandazione relativa ai casi di pubblicità ingannevole: precisare sempre, oltre alle caratteristiche della "corbelleria", la fonte (spot televisivi, stampa, pagine internet). Ciò è indispensabile, qualora si intenda sottoporre il fatto all'IAP (Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria) e/o all'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
Ritengo, infatti, che lo scopo di questa nostra iniziativa non sia soltanto quello di discutere tra noi, ma anche (e soprattutto) quello di mettere a conoscenza del pubblico gli innumerevoli comportamenti scorretti di tanti operatori del settore.
A titolo di esempio, segnalo questo articolo, nato a seguito di una segnalazione (del sottoscritto) all'IAP.
In merito al caso segnalato da gris.a, ritengo che il citato DPR 187/01 (art. 6) non intenda riservare l'uso del termine "pasta" ai soli prodotti derivati da semola o semolato di grano duro, quanto precisare che, per quanto riguarda l'Italia, la pasta deve essere prodotta solo con grano duro. Si veda, infatti, il punto 8 dello stesso articolo, ove il termine "pasta" è utilizzato per definire prodotti differenti: 8. La pasta prodotta in altri Paesi in tutto o in parte con sfarinati di grano tenero e posta in vendita in Italia deve riportare una delle denominazioni di vendita seguenti: a) pasta di farina di grano tenero, se ottenuta totalmente da sfarinati di grano tenero; b) pasta di semola di grano duro e di farina di grano tenero, se ottenuta dalla miscelazione dei due prodotti con prevalenza della semola; c) pasta di farina di grano tenero e di semola di grano duro, se ottenuta dalla miscelazione dei due prodotti con prevalenza della farina di grano tenero.
Altro esempio è ricavabile dal Registro Nazionale degli Alimenti senza glutine, ove sono presenti innumerevoli "paste" costituite, come è logico, da materie prime diverse dal grano duro.
Infine, se ben ricordo, la vicenda di Riso Scotti non era legata all'uso del termine "pasta", bensì al fatto che il buon Gerry declamava dagli schermi TV: è dietetica, perchè senza glutine. Il problema nasceva dall'uso improprio del termine "dietetico" (tra l'altro, sempre se la memoria non mi tradisce, il prodotto in questione non era, allora, neppure notificato al MinSalute).
un saluto
alf