Ciao Andrea e ciao Fatty!! ^__^
Concordo con quanto affermato. L'ozono (O3), che a temperatura ambiente si presenta in forma gassosa, è una molecola altamente instabile, dotata di un forte potere ossidante. La sua presenza nell'aria è segnalata dal caratteristico odore pungente, simile a quello che si avverte durante un temporale (ad alte concentrazioni, invece, assume una connotazione più simile all'aglio).
Nell'uomo, già l'esposizione a basse concentrazioni, può provocare sintomatologia caratteristica: irritazione alla pelle, agli occhi ed alle mucose in generale, oltre a mal di testa, difficoltà respiratorie, etc. Questa è la motivazione per cui deve essere sempre usato in assenza di persone.
La sua efficacia è fortemente influenzata da fattori quali tempo, pH, temperatura, umidità (meglio se elevata), presenza di sostanza organica (in particolare lipidi e proteine), etc. Come altri ossidanti, l'ozono perde efficacia in presenza di materiale organico... E' quindi indispensabile eliminare i biofilm, presenti sulle superfici da trattare, prima di cominciare l'ozonizzazione.
Un altro aspetto da prendere in considerazione è la tipologia di alimento da trattare.. Tieni presente che i lipidi, in presenza di forti ossidanti possono andare incontro ad irrancidimento, quindi occorre calcolare la concentrazione e il tempo di contatto sufficienti ad abbattere o ridurre il/i patogeno/i target (entro un livello ritenuto accettabile), cercando al contempo di limitare fenomeni degradativi ai danni del prodotto.
Non per "smontare" l'ozonizzazione (che, anzi, come tecnologia meriterebbe di essere studiata e sviluppata ulteriormente), ma alcuni interessanti studi hanno dimostrato che il trattamento con ozono su prodotti carnei inoculati con Salmonella typhimurium ed Escherichia coli O157:H7 (a concentrazioni comprese tra le 106-107 ufc/g), presentava la medesima efficacia di un buon lavaggio con acqua (Castillo et al. 2003).
Inoltre, sempre a causa del forte potere ossidante, questo trattamento non è indicato in presenza di alcuni materiali come ad esempio le gomme, il naylon il polipropilene, etc.
Spero di esserti stato utile, comunque, ti segnalo l'articolo a cui facevo riferimento: A. Castillo, K.S. McKenzie, L.M. Lucia, G.R. Acuff "Ozone treatment for reduction of Escherichia coli O157:H7 and Salmonella serotype Typhimurium on beef carcass surfaces" Journal of Food Protection (66, 775-779)
A presto!Giulio