Ciao Antonio,
comincio col ringraziarti per il contributo.
Da un punto di vista prettamente tecnico, personalmente giudico la contestuale assenza del nome dell'Operatore del Settore Alimentare (OSA) e del Lotto un fattore sfavorevole ai fini di un processo fluido in termini di Rintracciabilità. Immaginiamo soltanto le lacune - ad esempio da un punto di vista di comunicazione - nell'ipotesi si rendesse necessaria una Procedura di Ritiro / Richiamo di tale prodotto dal Mercato.
Anche con riferimento alla possibile desumibilità del Lotto di Produzione dal Termine Minimo di Conservazione (TMC), nutro qualche perplessità.. Non si tratta, infatti, di una casistica universalemte applicabile. Pensiamo ad esempio ai prodotti caratterizzati da una shelf-life lunga e pertanto per i quali é possibile indicare il TMC nella forma << da consumarsi preferibilmente entro la fine di... >>. Così facendo, si andrebbero a generare macro-lotti con i conseguenti problemi che tutti conosciamo, sempre in ottica di Ritiro / Richiamo.
Effettivamente non riesco proprio ad immaginare quale possa essere la convenienza (a parte il risparmio in termini di spazio sull'Etichetta), per un OSA, nell'omettere tali informazioni dalla singola unità di vendita; tuttavia credo che il Legislatore si sarebbe dovuto porre questo genere di domande, arrivando a prevenire casistiche a mio modesto avviso difficilmente gestibili.
Per quanto concerne, invece, la presenza in commercio di imballaggi caratterizzati dalla superficie maggiore inferiore ai 10 cm2, premettendo di non aver mai avuto sottomano il prodotto in esame e pertanto che la questione andrebbe approfondita, ti riporto - a mero titolo d'esempio - il caso dei Boom Vampire Mouth Painter, a quanto pare proprio oggetto di una Notifica RASFF datata 08/04/2014 (Ref. n°2014.0478) ed avente oggetto Too high content of colour E133 - Brilliant Blue FCF (493.2; 454.4 mg/kg - ppm) in candy with gum from Spain.
Stando a quanto riportato sul sito di Altroconsumo: << La tipologia di confezionamento fa sì che sull'etichetta della singola caramella non sia riportato il numero di lotto (presente invece sul box in esposizione) >>. Personalmente, interpreto la summenzionata affermazione come un chiaro riferimento alla ridotta dimensione della superficie maggiore dell'imballaggio.
Ecco, a questo punto mi domando: e se in un'ipotesi come quella poc'anzi descritta (i.e. imballaggio estremamente piccolo e pertanto sprovvisto di talune informazioni), anziché un leggero sovradosaggio di un colorante, ci si fosse imbattuti in un pericolo concreto e per il quale si fosse resa necessaria un'azione tempestiva da parte delle Autorità Competenti (e non solo) per evitare danni ingenti alla Salute del Consumatore Finale, come sarebbe stata gestita la vicenda?
Lascio a te e a chi ci legge le eventuali controdeduzioni.
Un caro saluto,
Giulio