molto interessante la questione da te posta a cui rispondo molto volentieri.
Qualsiasi settore dell’industria alimentare è strettamente ricollegato con quello della produzione primaria; le mele non vengono direttamente trasformate, ma soltanto “condizionate” per poi essere inviate al grossista, si presuppone nelle medesime condizioni a cui arriveranno al Consumatore finale nel caso in cui non vengano sottoposte poi ad altri utilizzi.
A rigor di logica nella realtà quotidiana è raro che l’agricoltore si limiti soltanto alla raccolta delle mele, le prelevi e le porti direttamente al grossista; queste infatti per un po’ di tempo, anche se minimo rimarranno in un magazzino di stoccaggio in attesa che qualcuno le ritiri.
Il Regolamento CE 178/02 prevede che “tutte le fasi della produzione, dell'allevamento o della coltivazione dei prodotti primari, compresi il raccolto, la mungitura e la produzione zootecnica precedente la macellazione e comprese la caccia e la pesca e la raccolta di prodotti selvatici”, inoltre l’art. 3 definisce l’ impresa alimentare come
“ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che svolge una qualsiasi delle attività connesse ad una delle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti” e che questi fasi si individuano in “qualsiasi fase, importazione compresa, a partire dalla produzione primaria di un alimento inclusa fino al magazzinaggio, al trasporto, alla vendita o erogazione al consumatore finale inclusi e, ove pertinente, l'importazione, la produzione, la lavorazione, il magazzinaggio, il trasporto, la distribuzione, la vendita e l'erogazione dei mangimi”.
In altri termini la produzione primaria è considerata sotto tutti gli aspetti una fase della produzione alimentare, anzi ne rappresenta la tappa iniziale e come tale potrebbe essere dannosa per il Consumatore come qualsiasi altra fase di produzione successiva.
Fatta questa premessa, un po' "tortuosa", ma secondo me importante, nell’ipotesi che la vendita delle mele sia diretta non si necessita di un piano di autocontrollo.
Nel tuo caso specifico invece dove la frutta viene inviata ad un grossista, (ad un centro di raccolta e smistamento) sarebbe opportuno applicare procedure semplificate di HACCP, norme di buona prassi igienica che sono soltanto “suggerite”, ma che è opportuno mettere in pratica, già da parte del produttore primario.
Studi scientifici, esperienza e "buon senso" ci insegna che già in fase di stoccaggio e approvvigionamento il prodotto potrebbe incorrere in contaminazioni di tipo fisico,chimico (esempio non accurato rispetto dei tempi di carenza delle sostanze chimiche impiegate nella coltivazione) ,microbiologico (esempio micotossine,funghi)…
Un’ aiuto ad esempio in questo caso ti può venire dalla selezione dei fornitori con criteri di scelta appropriati…
Ti scrivo un esempio veloce in tabella:
FASE |
PERICOLO |
MIS. PREVENTIVE |
CCP |
|
Approvvigionamento |
Residui di
fitofarmaci superiori ai limiti di legge |
Selezione fornitori;
controllo stato delle mele, (analisi residue campioni) |
SI |
|
Stoccaggio e
Trasporto Refrigerato |
Contaminazione
microbica;presenza corpi estranei, deterioramento prodotto |
Igiene delle celle
frigorifere; adeguata temp, corretta rotazione mele; norme igieniche |
NO |
Ora ti saluto, sono stanchissimo.
Fammi sapere e chiedi pure nel caso avessi ancora bisogno, o non fossi stato chiaro...