Scarsa informazione sulla professione di Tecnologo
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Cosa ne pensate? Secondo voi è pertinente e soprattutto fornisce al lettore (immaginatevi il laureando oppure il neolaureato a caccia d'informazioni sulla professione diTecnologo Alimentare) esaustive spiegazioni e riferimenti utili (recapiti, canali ufficiali, etc.) per intraprendere il percorso che porta all'iscrizione all'albo?
Aspetto i vostri commenti.
A presto!! Giulio
Oggetto: Scarsa informazione sulla professione di Tecnologo
Dando un'occhiata molto rapida saltano subito all'occhio:
1. "[...] Professionista che si occupa delle varie fasi di preparazione, trasformazione e conservazione dei prodotti alimentari [...]": ?!? sì, come un cuoco insomma...
2. "[...] Accesso alla professione: Dopo aver conseguito il diploma di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari si ottiene il titolo di Tecnologo Alimentare [...]": ?!? dopo la laurea il solo titolo che si ottiene è "dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari" per la triennale e "dottore in Scienze Alimentari" per la specialistica.
Penso che l'Ordine Professionale nasca con lo scopo di promuovere e tutelare la figura del Tecnologo Alimentare... in questo caso penso che dovrebbe intevenire per evitare questa disinformazione, soprattutto a scapito di chi si sta informando per intraprendere un percorso di studi universitario.
In effetti L'ordine dei Tecnologi dovrebbe occuparsi proprio di questa malinformazione che c'è attorno al nostro titolo di studio, tutelando sia chi si iscriverà che chi si è già laureato. Il problema sta nel capire se l'Informagiovani di Torino ha o non ha contattato l'Ordine prima di scrivere questo articolo... Chissà!
Allora sei ancora dei nostri!! Era da un pò che non ti facevi sentire.. ;-)
Tu e Ilaria avete perfettamente colto quanto desideravo sottolineare, ossia la carenza a livello di "regia" nella promozione della figura del Tecnologo Alimentare. Ci tengo a puntualizzare che non si tratta assolutamente di un'accusa agli Ordini, che anzi, giocano un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza professionale, grazie all'encomiabile lavoro di colleghi/e che dedicano il proprio tempo libero alla causa. Tuttavia penso occorra qualcosa in più a livello nazionale.. Qualcosa che coordini gli sforzi dei singoli Ordini sparsi sul territorio, onde evitare che questi siano vanificati.
Non so nel caso del Comune di Torino chi sia stato interpellato per la redazione della suddetta scheda, resta il fatto che nel testo vi siano diversi punti che meriterebbero delle precisazioni.
Oltre a quanto avete segnalato, vi è a mio avviso un'altra macroscopica questione.. Il fatto che si faccia riferimento a delle associazioni (senza dubbio autorevoli, ma pur sempre associazioni) quasi fossero i referenti ufficiali a livello nazionale; mentre l'Ordine venga relegato a semplice, cito testualmente, "Informazioni locali"..