Potenziale ingannevolezza etichettura formaggi

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Oggetto: Potenziale ingannevolezza etichettura formaggi

Ciao a tutti,

prima di tutto vorrei complimentarmi con l'ideatore di questo forum, così utile ed interessante.

Mi occupo di certificazione di prodotti biologici e fino ad ora non mi era mai capitato di sentire che l’agricoltura biologica potesse essere associata dal consumatore ad una filiera di operatori circoscritti nel territorio nazionale…però sicuramente le percezioni del consumatore sono diverse di quelle degli Operatori del settore! Quindi direi che mi pare l’occasione per divulgare un po’ di informazioni utili a sfatare falsi miti!

L'agricoltura biologica è un metodo di produzione che rispetta l'ambiente, il benessere degli animali, esclude l'impiego di Ogm e di sostanze da essi derivati. I prodotti biologici trasformati devono rispettare normative severe che limitano ad una lista ristrettissima (circa una trentina) gli additivi e i coadiuvanti ammessi (nel convenzionale sono ammessi circa 500 additivi!!!). I coloranti ad esempio non sono ammessi e gli aromi sono ammessi solo se naturali. E questo è una caratteristica dei prodotti biologici  di cui, mi pare di aver capito, il consumatore non è a conoscenza...(che peccato!). Per questo motivo sono grande estimatrice dei prodotti biologici trasformati, i quali spesso presentano una lista di ingredienti molto simile a quella di un prodotto artigianale, quindi ingredienti sani, semplici…(oserei dire) quelli che troviamo nelle nostre dispense di casa! E non ho menzionato la qualità delle materie prime, che (e questo generalmente il consumatore lo sa) sono  ottenute senza l'ausilio di pesticidi o di chimica di sintesi, o per quanto riguarda  i prodotti di origine animale escludendo l’impiego degli antibiotici.

Il metodo di produzione biologico è sancito da un regolamento comunitario e pertanto un prodotto biologico italiano è biologico quanto quello tedesco o francese. Esiste  comunque una lista di Paesi extra UE, i cossiddetti Paesi Equivalenti,  dai quali possiamo importare materie prime e prodotti che se biologici, sono considerati alla pari di quelli comunitari.

Un'altra cosa di cui magari il consumatore non si è ancora accorto, è che ora il Regolamento del biologico impone di riportare sull'etichetta del prodotto biologico destinato al consumatore il logo europeo. Nelle immediate vicinanze del logo, è obbligatorio riportare l'indicazione di origine, sotto la forma di "AGRICOLTURA UE", o "AGRICOLTURA NON UE, o "AGRICOLTURA UE/NON UE", a seconda dell'origine delle materie prime che costituiscono il prodotto. Il regolamento dà inoltre la possibilità di circoscrivere l'origine del prodotto sostituendo UE o NON UE con il nome di un Paese, quando tutti gli ingredienti sono coltivati in quel paese. E nella determinazione dell'indicazione di origine c'è una tolleranza di al max il 2%. Cio' significa che se sul prodotto biologico che acquistiamo troviamo l'indicazione AGRICOLTURA ITALIA possiamo stare certi che una quantità che va dal 98% al 100% degli ingredienti di origine agricola  è di provenienza italiana...E ci tengo quindi a sottolineare che questa indicazione rispecchia il luogo di coltivazione o di allevamento e non di confezionamento. Sappiamo, infatti,  che per i prodotti non biologici (ad eccezione dell'olio, del miele, della passata di pomodoro e forse del latte fresco) possiamo scrivere “prodotto italiano” se questo viene trasformato e/o confezionato in Italia partendo da materie prime non italiane. Per questo motivo trovo che il regolamento del biologico sia estremamente all'avanguardia, e che alla luce dei diversi scandali legati al settore alimentare, soddisfi più che mai l'esigenza del consumatore di conoscere l'origine di ciò che sta mangiando!!!

L’unico caso in cui è facoltativo l’utilizzo del logo europeo e dell’indicazione di origine è per i prodotti importati dai suddetti Paesi Equivalenti. Ma stiamo certi che sulle confezioni riportanti il logo abbiamo sicuramente l’informazione sull’origine delle materie prime.

Ora, considerando che siamo in un periodo transitorio di passaggio dal vecchio regolamento  ce 2092/91  (per il quale non vigeva l’obbligo del logo europeo e dell’indicazione di origine) al nuovo regolamento 834/07 che lo sostituisce, non vi preoccupate se sugli scaffali trovate prodotti bio le cui etichette non corrispondono a quanto riportato sopra…è infatti previsto un periodo di tempo per lo smaltimento delle vecchie etichette che termina a luglio del 2012! Quindi fino a quel momento troveremo etichette di prodotti biologici che non rispondono ai requisiti di legge attualmente in vigore.

Per quanto riguarda la legge sull'etichetta di origine obbligatoria per tutti gli alimenti, beh...staremo a vedere che succederà... per chi volesse approfondire su quest’ultimo argomento segnalo il seguente link: http://www.ilfattoalimentare.it/la-legge-sulletichetta-di-origine-bocciata-clamorosamente-da-due-commissari-europei.-basta-con-linganno.html

Ed infine,  per quanto riguarda i prodotti non biologici, il consumatore che vuole garanzie sull’origine puo’ sempre orientarsi verso una DOP!

Scusate se sono stata un po’ prolissa, ma ci tenevo!

Saluti a tutti

Maria



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Parole chiave (versione beta)

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